La bolla è scoppiata dopo il caso di Antonella, la bambina di 10 anni morta soffocata a Palermo per una sfida estrema su TikTok. "Da quando si è diffusa la notizia ho ricevuto otto richieste di aiuto da parte di altrettante famiglie. E allora ho deciso di mettermi a disposizione gratis per tutto il fine settimana".
Lia Parente, 35 anni, psicoterapeuta e psicologa giuridica, è preoccupata. "Molto preoccupata, qui non c'è tempo da perdere", spiega lei. Che siede nel consiglio comunale di Trani in quota Sud al Centro e ha chiesto allo staff del sindaco pd Amedeo Bottaro di diffondere il suo numero di cellulare. "Datelo pure. Poi metteremo su un servizio strutturato, ma intanto bisogna agire".
Intanto comincia lei. Chi le ha telefonato finora?
"Molti genitori. Faccio solo qualche esempio. Mi ha contattata la mamma di una bambina di 10 anni, la quale le ha detto che mentre l'auto era in corsa lei avrebbe voluto lanciarsi fuori. Sono tutti episodi un po' particolari. La sua amichetta le ha detto di essersi rinchiusa nel bagno confessandole di voler tentare il suicidio".
La sfida mortale su Tik Tok: “È facile finire coinvolti nelle gare, i genitori controllino i bimbi sui social”
di
Giuliano Aluffi
E poi ci sono i social.
"Sì. È il caso di una foto postata su TikTok da un bambino che mostrava il polso impugnando una lametta nell'altra mano. Poi mi hanno parlato di un'app che crea mondi virtuali. Ecco, noi adulti dobbiamo innanzitutto imparare a conoscere questi mondi. E credo che la notizia di Palermo abbia sollecitato i bambini ad aprirsi un po' rispetto ai genitori, il che è positivo. Queste cose che racconto sono venute fuori da ieri e stasera riceverò tre coppie".
Che cosa l'ha spinta a mettere su questa iniziativa?
"Non vorrei che ci fosse un altro caso come quello di Palermo, tutto qui. Poi le telefonate ricevute hanno fatto il resto. È necessario attivare una rete di servizi più articolati, servizi che si occupino del sostegno a questi giovani e giovanissimi: dobbiamo essere presenti con più forza. A questo proposito, il problema, fra gli altri, è che in questa pandemia manca una sentinella importante".
TikTok, il social dei balletti e i bambini star a 10 anni. Come al luna park, non lasciamoli soli
di
Paolo Di Paolo
La scuola.
"Esatto. Gli insegnanti che segnalavano certe cose, anche agli organi competenti, oggi mancano. Perché manca il contatto diretto con loro. Certo, mi rendo conto che è necessario arginare il virus, ma anche che manca il contatto sociale ed è una cosa alla quale trovare rimedio. Questi ragazzi hanno a disposizione una connessione a Internet24 ore su 24 senza alcuna sorveglianza, perché i genitori devono lavorare, naturlamente. Poi c'è un gap, un vuoto relazionale dovuto all'assenza degli insegnati e della socialità fra coetanei. Il tutto a favore dei social, un mondo al quale spesso i bambini non sono affatto preparati".
Quel è l'errore più frequente degli adulti?
"Parlare da adulti e fra adulti. In realtà dobbiamo entrare in questo territorio inesplorato. Noi parliamo dall'alto della nostra condizione di adulti, ma non entriamo in relazione con i giovanissimi e non parliamo il loro linguaggio. Che invece ci consentirebbe di entrare nel loro mondo e permettere a loro di fidarsi di noi. Questa cosa manca e va assolutamente recuperata".
Torniamo alla sua missione.
"Per il momento mi metto a disposizione così. Ma serve un progetto di natura territoriale che metta in rete le cooperative e i servizi che si occupano dell'infanzia. Noi a Trani ci muoviamo in questa direzione e mi auguro che lo facciano anche in altri territori. Evitiamo un'altra Palermo tutti insieme".
Commenti recenti