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Roma-Spezia 4-3: Pellegrini al 92′ scaccia i fantasmi della crisi

ROMA – La corsa di Pellegrini e Fonseca sotto la curva, al 92’, dopo aver ripreso una partita che pareva incredibilmente persa. La Roma riparte da quell’immagine: il nuovo capitano, dopo l’emarginazione di Dzeko, e l’allenatore in bilico, uniti, a festeggiare forse un nuovo inizio. Se lo Spezia martedì aveva distrutto le certezze della squadra e aperto una crisi profondissima culminata nell’ammutinamento dei giocatori dopo l’allontanamento del team manager Gombar e nell’esclusione di Dzeko, ancora lo Spezia offre la sensazione che non tutto ancora sia da buttare.

<<La cronaca della gara>>

Borja Mayoral sugli scudi

Trascinata da Lorenzo Pellegrini, il migliore nonostante giocasse con un guaio fisico, il vantaggio firmato Borja Mayoral è parsa la piena dimostrazione delle buone intenzioni della squadra dopo la figuraccia della Coppa Iralia. Pareva soltanto, però: sette minuti e l’area della Roma diventava zona gialla, libero transito per tutti. Farias, agevolato da un rinvio di Kumbulla finito sulle spalle di Smalling, centrava debolmente, ma un incertissimo Pau Lopez, forse scivolando, anziché allontanare la palla la appoggiava a centro area per Piccoli che doveva solo spingerla in porta per il suo 2° gol in Serie A, il miglior regalo possibile per i vent’anni che festeggerà mercoledì. Un incubo invece per la Roma, ripiombata nel pozzo infestato dai propri fantasmi.

Verde pareggia al 90', poi Pellegrni decide al 92'

Molto più ingombranti di quanto fosse lecito pensare, se nemmeno l’uno-due firmato ancora da Mayoral e da Karsdorp nella ripresa era bastato a dare sicurezza alla Roma. Una partita mai chiusa, subito riaperta da Farias grazie a una marcatura lasca di Kumbulla. Un bilico che deve aver pesato dannatamente sui nervi della Roma, che nell’area avversaria sbagliava tutto quanto possibile, soprattutto con un tragico Carles Perez. E ancora di più sulla tenuta mentale di Smalling. Che al 90’ su un lancio senza aspettative, ciccava l’intervento concedendo a Daniele Verde il secondo gol da ex in 5 giorni all’Olimpico. Lui che alzava le mani per non festeggiare pareva l’immagine di un soldato che s’accorge di aver sparato sulla croce rossa. A quel punto la Roma aveva due strade: aspettare i tre minuti di recupero che mancavano al fischio finale, mollando l’allenatore. Oppure provare a riprendersi la partita. Ha scelto la seconda, grazie al tocco sotto porta di Pellegrini (su invito di un propositivo Bruno Peres) che ha fatto esplodere l’entusiasmo della panchina: via la maglia e via di corsa verso una curva vuota, inseguito da tutti, Fonseca compreso. L’abbraccio finale del neo capitano con Villar e Mayoral è una dichiarazione d’intenti: la Roma non ha abbandonato il suo allenatore. E vuol provare a rialzarsi.

Roma-Spezia 4-3 (1-1)
Roma (3-4-2-1) –
Pau Lopez 4.5 – Kumbulla 5, Smalling 4, Ibanez 5.5 – Karsdorp 6 (36’ st Bruno Peres 7), Villar 5.5 (22’ st Cristante 5), Veretout 6.5, Spinazzola 7 – Carles Perez 4 (44’ st Diawara sv), Pellegrini 8 – Mayoral 7.5. All. Fonseca 6.
Spezia (4-3-3) – Provedel 5.5 – Dell’Orco 4 (13’ st Bastoni 4.5), Terzi 5, Chabot 5 (36’ st Erlic 5), Marchizza 5.5 – Estevez 6, Agoumé 6, Maggiore 5.5 (13’ st Acampora 6.5) – Gyasi 5.5 (36’ st Verde 7), Piccoli 6.5 (33’ pt Galabinov 6), Farias 7. All. Italiano.
Arbitro: Pairetto 6.

Reti 17’ pt, 7’ st Mayoral, 24’ pt Piccoli, 10’ st Karsdorp, 14’ st Farias, 45’ st Verde 47’ st Pellegrini
Note: ammoniti Chabot, Bruno Peres, Mayoral, Pellegrini.Original Article

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