Le mosse segrete di Conte: perché ora punta su un suo partito

Giuseppe Conte si prepara ad avere un partito tutto suo? Che sia la verità o che si tratti di una semplice voce di corridoio, ormai questa ipotesi sta prendendo sempre più piede. Sono mesi che se ne parla, almeno da questa estate, quando era addirittura venuto fuori il nome di questa nuova presunta formazione politica, ossia "Con-te". Lo stesso Bebbe Grillo, in occasione del voto di fiducia in Parlamento, aveva espresso ancora una volta il proprio sostegno nei confronti del Giuseppi nazionale, pubblicando sul blog una foto di se stesso insieme al premier accompagnata proprio dalla didascalia "Con-te".

Del resto la situazione all'interno del governo, malgrado la risicata maggioranza raccattata in extremis, rimane assai infuocata. In arrivo c'è ora la spinosa questione Giustizia, con la relazione del tanto discusso grillino Alfonso Bonafede, attuale Guardasigilli, ed il rischio che il fragilissimo castello di carta costruito con tanta fatica dal presidente del Consiglio possa crollare è elevatissimo. Qualcuno ha già detto che non darà il proprio voto, e con numeri così scarsi il governo potrebbe nuovamente trovarsi in serie difficoltà.

Non sembra un caso, dunque, che a Palazzo Chigi si stia cercando in fretta e furia di creare ad hoc una legge elettorale di tipo proporzionale, così da mettere i bastoni fra le ruote al centrodestra. Ora più che mai l'avvvocato Giuseppe Conte ha bisogno di un piano. Se il suo esecutivo non regge, non ci sono molte altre opzioni per lui. Gli stessi alleati del Pd lo hanno messo con le spalle al muro: "O si fa la 'quarta gamba' o si muore, ovvero non restano che le elezioni". Ed anche dal nazareno c'è chi dice:"La verità è che Conte sta cominciando a muoversi per costruire il suo partito. Per continuare a governare o per andare alle urne". Si starebbero dunque avvicinando le elezioni? Secondo alcuni degli ultimi sondaggi eseguiti da Swg per La7, il partito del premier potrebbe aspirare ad un 15-17%, ottenendo la maggior parte dei voti da ex del M5S e del Pd. Per i suoi attuali alleati di governo, insomma, sarebbe praticamente la fine.

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