Come già anticipato oggi da Repubblica potrebbe slittare a giovedì la relazione in Senato del ministro Alfonso Bonafede sulla giustizia. È quanto si apprende da fonti di maggioranza, secondo le quali sarà in ogni caso la capigruppo, martedì, a fissare il calendario. Palazzo Chigi, alle prese con frenetiche trattative per aprire un Conte-ter, tenta dunque di guadagnare 24 ore di tempo. Sulla relazione non si vota, ma si vota su risoluzioni, una di maggioranza a favore e una di opposizione contro. I renziani potrebbero decidere di votare contro, rischiando di far cadere il governo. Sull'eventuale spostamento della relazione a giovedì mattina – motivata da impegni istituzionali che impedirebbero a Bonafede di essere in aula al Senato mercoledì mattina- la decisione definitiva come detto sarà presa dalla conferenza dei capigruppo convocata a Palazzo Madama martedì. Di certo oltre giovedì non si potrà andare perché venerdì 29 c'è l'inauguazione dell'Anno giudiziario. Il Guardasigilli sarà invece alla Camera mercoledì 27 alle ore 16 come già calendarizzato.
di
Tommaso Ciriaco
Intanto il Pd continua a lavorare per allargare la maggioranza che sostiene Conte. All'attivo provinciale dei democratici romani Goffredo Bettini spiega: "Le elezioni non sono un colpo di stato, sono l'ultima risorsa. Se non arrivano risultati in altri modi, si torna ai cittadini". Sul fronte M5S Luigi Di Maio critica su Facebook chi fa "giochini di palazzo per i propri interessi personalistici", con un sottinteso riferimento al leader di Iv. Da Forza Italia il vicepresidente Antonio Tajani interviene: "Se Conte si dimette, la parola passa a Mattarella",
di
Annalisa Cuzzocrea
Goffredo Bettini all'attivo del Pd provinciale di Roma afferma: "Con questi numeri si può affrontare l'emergenza, ma non è pensabile concludere la legislatura, né possiamo fare i riassetti necessari che hanno bisogno di una maggioranza più larga e più solida". Quanto alla possibilità di un "governo Ursula" l'esponente dem afferma: "Renzi è garanzia di instabilità. Governo istituzionale? Abbiamo già dato, se c'è un punto che ci rende forte è la grande discriminante populista. Non è possibile mischiare i nostri voti con i voti della destra". La conclusione è che al Pd "rimane soltanto di cercare nelle prossime ore di costruire un gruppo politico dentro il Parlamento che non sia quel recipiente vuoto di idee per mettere insieme transfughi, ma che sia una cosa che politicamente esiste e che è fortissima. Ci sono alcune forze prigioniere nell'altro campo che non c'entrano nulla" con Salvini e Meloni.
di
Giovanna Vitale
"Ci sono due categorie di persone in politica – scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio – quelle che se ne approfittano, insomma chi trama e improvvisa giochini di palazzo per i propri interessi personalistici. E poi c'è chi la politica la fa, chi si tira su le maniche, chi lavora in modo silenzioso, senza proclami, con fatti concreti".
"Se il presidente del Consiglio si dimette la parola passa nelle mani del Capo dello Stato in cui noi abbiamo massima fiducia. Ci affidiamo alla sua saggezza, è lui il nostro riferimento", dice il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani a Rainews24.
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