"Quando c'è un requiem non si può ballare il rock. La colonna sonora del Paese non è quella che suonano a Roma". Appassionato di musica, Emilio Del Bono, sindaco di Brescia, 55 anni, riassume il disagio di una parte degli amministratori democratici. Insofferenza che cova nel Pd del Nord, soprattutto, che hanno espresso sia Giorgio Gori, il sindaco di Bergamo, che il governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini, ma anche Dario Nardella di Firenze, Mattia Palazzi di Mantova e che pure Beppe Sala, il primo cittadino di Milano condivide. "Più che di un Pd del Nord a disagio, si dovrebbe parlare di amministratori e sindaci in prima linea che – alla prese con le emergenze, in un momento delicatissimo con i cittadini disorientati, l'ondata sempre alta di contagi, i troppi morti di Covid – pensano una cosa sola: da questa crisi politica usciamo in fretta". È il ragionamento di Del Bono.
di
Giovanna Vitale
Nel nome della concretezza e delle tante questioni aperte che la trincea dei sindaci quotidianamente è chiamate ad affrontare: dalla scuola al lavoro all'emergenza sanitaria. Mattia Palazzi di Mantova chiede una marcia in più e pensa – come Gori e Nardella – che rilanciare una "maggioranza Ursula" e fare cadere i veti, anche nei confronti di Matteo Renzi, possa essere una buona strada, o forse l'unica se si vogliono scongiurare le elezioni in questo momento. Una contestazione alla linea del segretario dem, Nicola Zingaretti? "No di certo. Ma siamo preoccupati, perché il momento è gravissimo. Le città e i territori vanno coinvolti il più possibile. Il Pd non può fare il portatore d'acqua come già è stato con il governo Monti", è l'avvertenza di Palazzi. È sulla linea del governatore Bonaccini, che ha ribadito: "Altro che crisi e voto anticipato, al Paese serve un governo solido e serve adesso". Quindi niente veti, nei confronti di nessuno.
Del Bono elenca le priorità, ma una su tutte: "Dobbiamo preparare la vaccinazione di massa, mai fatta una campagna di questo tipo e sarà quindi una delle cose più complicate e difficili da realizzare. Occorre una organizzazione capillare sui territori, una sfida da fare tremare le vene ai polsi. I sindaci sono disponibili a entrare nella cabina di regia del piano vaccinale. Ma perché ogni cosa sia possibile, serve un governo solido e stabile, perciò bisogna chiedere alle forze europeiste di partecipare e per la stessa ragione non si devono mettere nei confronti di nessuno". Neppure di Renzi? "Neppure. Sono d'accordo con Gori sulla coalizione Ursula. Non condivido invece il suo appello per il maggioritario, perché al contrario penso che il proporzionale con sbarramento sia il modo giusto affinché ciascuno esprima la propria identità e poi si costruisca un'alleanza".
Dal Nord al Sud, da Sala al presidente dell'Anci, l'associazione dei Comuni, e sindaco di Bari, Antonio Decaro, c'è un timore che unisce gli amministratori del centrosinistra e del Pd: ogni giorno perso aumenta l'unico distanziamento veramente riuscito in questi mesi, quello tra i cittadini e i Palazzi della politica. Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e presidente di Ali, l'associazione delle autonomie che rappresenta primi cittadini civici e progressisti, dice: "La situazione è complicata e il terreno scosceso. Mai dire mai, in politica. Tuttavia la crisi provocata da Renzi è stata una pazzia ed è difficile ricucire perché c'è una sfiducia reciproca ormai tra il Pd e lui". Ricci rilancia: "Zingaretti sta prodigandosi in ogni modo e l'unità del Pd è un valore da tutelare. Il rischio è che per forza d'inerzia si vada a elezioni anticipate che nessuno nel centrosinistra vuole".
Ma c'è l'altro tema del Recovery plan che sta a cuore agli amministratori, i quali hanno chiesto di gestire per progetti comunali – scelti secondo le linee guida del governo – l'anticipo di 20 miliardi (sui 209 del Recovery Fund), che l'Europa dovrebbe dare. Martedì il governo Conte incontra gli enti locali, ovvero Regioni, Anci e l'Upi, l'Unione delle Province. Michele De Pascale, sindaco dem di Ravenna e presidente Upi, si smarca dal dibattito sulla "maggioranza Ursula", con i giallo-rossi e allargata a +Europa, Azione, Forza Italia e evidentemente anche a Italia Viva: "Non mi pare che Forza Italia sia disposta a lasciare i sovranisti Salvini e Meloni. Certo neppure io penso che con i veti personali si vada avanti, però non si può uscire da questa crisi con lo stesso schema che l'ha prodotta. Conte in Parlamento chieda il sostegno per un governo più forte: chi vuole, lo voterà".
Il Pd ha un patrimonio di 50 mila consiglieri comunali. Democratici sono molti sindaci delle città capoluogo. Da lì arriva "un contributo di concretezza" e di vicinanza ai cittadini: rimarca Palazzi.
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