Non si sono mai molto amati. Da un pezzo: e lo sanno tutti, nel cortile condominiale del basket italiano. Stima professionale sì, riconoscendo l'uno all'altro sincera levatura di bravo allenatore. Umana simpatia molto meno. Pregressi lontani, battaglie di Stalingrado di quando si affrontavano in Russia, uno a Mosca, l'altro a Kazan. Poi, càpita a tanti caratteri. Cattivi caratteri? Caratteri. Consigliano di non aggettivarli, quelli fatti a spigoli.
Basket, Eurolega: l'Olimpia Milano asfalta il Bayern, quarto successo di fila
di
Francesco Carci
Messina vs Trinchieri
Ettore Messina, catanese d'anni 61, e Andrea Trinchieri, milanese d'anni 52, allenatore il primo dell'Olimpia Milano e il secondo del Bayern Monaco, si sono sfidati giovedì sera al Forum in un match d'Eurolega, che era pure un loro privatissimo derby. Ha prevalso, o meglio fracassato la concorrenza, l'Armani di Messina: 74 a 51, dove a spiccare è il secondo numero, che in Italia fa vincere al massimo a boccette. Alla fine, si sono incrociati per i saluti a metà campo, senza strette di mano e col pugnetto da protocollo Covid onorato al minimo sindacale. Sfiorato appena, senza parole, gli sguardi altrove. Dopo, nella rituale conferenza stampa del dopogara, non si son più incrociati. Attriti e scintille lo stesso, contro ogni legge della fisica.
"Ho atteso invano e adesso parlo io"
Tocca per primo all'ospite, da cerimoniale, ma il Trinka non s'era ancora visto e Messina ha preso la parola. Quando l'addetto stampa del Bayern s'è palesato reclamando ad alta voce la precedenza di prassi, il padrone di casa ha sbottato. Più o meno: "Sono stanco, ho fatto pure una doccia, aspettato i venti minuti di regola e adesso parlo io". Sigillando l'incidente con un "buon fottuto volo di ritorno".
Il dopopartita ha così finito di cancellare una partita di trama e analisi a senso unico, in qualche modo sconcertante per brutale nitidezza, opponendo rivali di analoga alta classifica. E così, a completare la cronologia, tocca tornare al gossip, a una vigilia di nuovo densamente elettrica, fin dalla lettura mattutina delle interviste che, a reti unificate, Trinchieri aveva dispensato ai tanti giornali che gliel'avevano chiesta. Perchè l'uomo vive espatriato da un decennio, fra Russia e Grecia, Germania e Serbia, e perchè non semina banalità un'intelligenza vivace e semmai abrasiva: quella che, nelle ultime parole famose, gli aveva fatto bollare il basket italiano come il naufrago che passa "da un disastro all'altro". Dura disamina, neanche troppo imparziale, avvertita come offensiva, se Messina quella punta d'iceberg di Cayenna l'ha issata oggi fra i primi quattro posti dell'Eurolega, con vista sempre più larga sui playoff, alla testa di un'Olimpia che vince e convince anche se, come col Bayern, le mancavano quattro giocatori.
E allora qui tirerà dritto, a polveroni depositati, il duellante Messina, e là, per continuare a costruire in Baviera, ha già una proposta di rinnovo biennale il duellante Trinchieri, milanese che non ha mai smesso di sognare la panchina di Milano, ma che ci trova ora un presidente piuttosto ostile (Messina, toh). In alternativa, se il Belpaese lo riattrarrà, potrebbe ascoltare offerte dalla consueta nemica Bologna, se la Virtus davvero cambierà Djordjevic, ripescato dall'esonero 40 giorni fa, e se, cercando per il mondo l'anti-Messina dei propri sogni, darà più ascolto allo scontro di caratteri che al risultato fresco di giornata.
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