REGGIO EMILIA – Andrea Agnelli non sarà al Mapei Stadium per godersi la Supercoppa dal vivo: ha impegni legati a Stellantis. Martedì, invece, ha passato tre ore, incluso un pranzo nella mensa della Continassa, assieme a Florentino Perez, presidente del Real Madrid con il quale ha contatti regolari, anche se è stato l’italiano, il più delle volte, a recarsi in Spagna per una chiacchierata a uno dei tavoli del Puerta 57, l’esclusivo ristorante con vista sul prato del Bernabeu. In effetti in un primo momento era previsto che anche questa volta fosse Agnelli ad andare a Madrid ma il viaggio, previsto per venerdì scorso, è stato rinviato a causa della tempesta di neve che si è abbattuta sulla Spagna.
Così è stato Florentino a muoversi verso Torino in aereo privato. E la cosa più curiosa, quella che sta facendo discutere milioni di madridisti, è che nella sua visita al complesso della Continassa il presidente del Real ha avuto l’occasione di incrociare Cristiano Ronaldo: i due hanno chiacchierato per un paio di minuti, e se i media spagnoli hanno enfatizzato i toni amichevoli e concilianti dell’incontro (“E’ stato il momento più disteso nei rapporti tra i due dopo che Cristiano ha lasciato Madrid”, ha rivelato Edu Aguirre, conduttore di un programma molto seguito e buon amico di CR7), è perché il divorzio tra i due, nel 2018, era stato burrascoso. Ed era stato proprio il deterioramento dei rapporti tra il gran capo e il divo, che non si sera sentito tutelato dal club quando era finito sotto accusa (e poi condannato) per evasione fiscale, alla base della voglia di Cristiano di lasciare quella che resterà la squadra della sua vita.
dal nostro corrispondente
Antonello Guerrera
Pochissimo invece è filtrato a proposito del lungo colloquio tra Agnelli e Perez. Di sicuro non è stato un incontro di mercato, anche perché il presidente bianconero non si è mai intromesso nella faccenda, delegando ogni trattativa a Nedved e Paratici. In generale, si sa che hanno discusso di politica calcistica, di riforme, di modelli di sviluppo e della crisi economica scoperchiata prepotentemente dalla pandemia. Agnelli è anche presidente dell’Eca, l’associazione che riunisce i più importanti club europei, nonché membro del Comitato Esecutivo dell’Uefa: ha dunque un ruolo politico di rilievo, nel panorama del calcio internazionale, e si sta impegnando per spostare certi equilibri. Con Perez si è confrontati su questi temi. Agnelli non si è mai dichiarato favorevole a una Superlega europea blindata, esclusiva, a numero chiuso, come invece piacerebbe agli inglesi, ma ha più volte fatto riferimento a una Champions diversa, con criteri di ammissione meno aleatori, perlomeno dal suo punto di vista. Nella sua visione, il calcio del futuro deve mettere al centro i calciatori, gli imprenditori al pubblico, mitigando l’influenza che hanno le istituzioni, a cominciare da Fifa e Uefa, che non si limitano a una mera funziona di organizzatori (o di arbitri) ma trattano enormi flussi di denaro senza che le società (cioè gli imprenditori, quelli “che ci mettono i soldi” e si assumono i rischi di impresa) ne possano condividere la gestione.
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