PECHINO – Dopo tre mesi di silenzio, e lontano dai riflettori, Jack Ma è riapparso. Mercoledì il fondatore di Alibaba ha rivolto un discorso in video a un centinaio di insegnanti delle aree rurali della Cina, in cui ha ribadito l’impegno della sua fondazione a investire nello sviluppo della zone più arretrate del Paese. Tanto basta per scacciare le voci attorno alla sua sparizione circolate negli ultimi giorni e a far schizzare al rialzo le azioni di Alibaba. Maestro Jack non si faceva vedere in pubblico dal famoso discorso di Shanghai in cui aveva criticato il sistema finanziario di Stato, dopo il quale le autorità avevano stoppato la quotazione del suo colosso Ant Group. Ma sul futuro dell’impero tecnologico, e di tutto l’hi-tech cinese, restano comunque nubi minacciose, visto che le autorità hanno lanciato una stretta regolatoria sul settore destinata a modificarne in maniera profonda logiche e profitti.
Il Partito fa sul serio
Il Partito ha iniziato proprio da Jack Ma, l’imprenditore più famoso e più ricco del Paese, per mostrare che fa sul serio: il mondo digitale è cresciuto in modo troppo veloce e disordinato, quindi ora va regolato, che in Cina significa anche sottomesso più strettamente alle priorità politiche definite dal Partito comunista. La stretta era probabilmente già in arrivo quando Ma ha pronunciato il suo discorso alla fine di ottobre, ma di certo le parole contro banche e regolatori non lo hanno aiutato, considerato che “regolare” è uno dei mantra di Xi Jinping. Dopo il clamoroso stop alla quotazione del colosso della finanza digitale Ant, che doveva essere la più grande della storia, la Banca centrale ha chiesto, o meglio imposto alla società di terminare le sue attività di prestito online, mentre le autorità lanciavano anche un’inchiesta antitrust su Alibaba. Ma è importante notare che la nuova stretta su comportamenti monopolistici, utilizzo selvaggio dei dati degli utenti e finanza online, riguarda tutto il settore digitale e trova d’accordo molti cittadini.
Le speculazioni dei media e dei social
Da allora Ma non si faceva più vedere né sentire. La sua assenza prolungata, anche da un reality show sull’imprenditoria in Africa di cui era sponsor e giudice, aveva provocato una serie di speculazioni sui media internazionali e poi sui social cinesi. Alcuni ipotizzavano che fosse agli arresti, cosa successa a vari imprenditori usciti dalle grazie del regime, altri che fosse fuggito all’estero. Secondo Bloomberg gli era stato vietato di lasciare la Cina durante le indagini sulle sue società. L’ipotesi più verosimile però era che avesse semplicemente deciso di abbassare la testa, come saggezza suggerisce di fare in Cina quando le autorità sfondano la porta di casa. Questa prima uscita pubblica lo conferma: parlare di istruzione, di attività filantropiche e dello sviluppo delle aree rurali significa recitare la parte di imprenditore patriottico, il modello promosso dal presidente Xi Jinping.
Azioni in rialzo
Questo non toglie nulla alla stretta sulle sue aziende e sul settore, che resterà: il regime sta cambiando il paradigma dei rapporti con l’industria hi-tech e questo potrebbe limitarne molto la redditività. Ma il fatto che Maestro Jack non sia caduto in totale disgrazia, almeno per le sue aziende, è una buona notizia. Dopo la pubblicazione del video in cui l’imprenditore è riapparso, le azioni di Alibaba, che nelle ultime settimane hanno perso un terzo del valore, sono schizzate al rialzo dell’8%.
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