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Tramvia, rischio caos cantieri sui viali a Firenze. I lavori del tubone s’intrecciano col tram

Che sarà una prova complessa non lo nega neanche il di solito ottimista assessore alla mobilità di Palazzo Vecchio Stefano Giorgetti che ha già annunciato il momento difficile. Trovandone però un risvolto positivo: perché, ha spiegato, le modifiche al traffico sui viali, necessarie prossimamente per i lavori di spostamento del tubone dell'acquedotto e propedeutici a quelli della costruzione del tratto di tramvia Fortezza – piazza san Marco, servirà anche a capire se funziona o si dovranno fare aggiustamenti quando, a maggio, arriveranno i veri cantieri della tramvia che dovrebbe terminare in 20-22 mesi. Adesso si tratta di spostare il tubone dell'acquedotto, il più grande di Firenze, 1200 centimetri di diametro, un'autostrada dell'acqua tra acquedotto, Piana e Prato che giace circa quattro metri sottoterra in mezzo al viale, proprio sotto i futuri binari del tram. I quali non nuoceranno al tubone, spiega Publiacqua ma il tubone al tram, rischiando di fermarlo a ogni prevedibile riparazione in virtù della sua non giovane età. Il vecchio tubone verrà abbandonato e rifatto nuovo sul lato destro (in direzione Fortezza) dei viali e i cantieri andranno uno sul viale Lavagnini da via Leone X alla Fortezza e l'altro su viale Matteotti fino a via Valori.

Date e modifiche al traffico precise le spiegherà il Comune giovedì. Ma, a meno di ripensamenti, il quadro dovrebbe essere questo. Sabato prossimo si dovrebbe iniziare solo a allestire il campo base senza toccare il traffico. Dopodiché su viale Lavagnini, a partire da via Leone X, dovrebbero venire chiuse al traffico tutte e tre le corsie in direzione piazza della Libertà – Fortezza mentre in direzione opposta, dove le corsie sono quattro, tre resteranno come adesso ma una cambierà di senso e andrà da Libertà a Fortezza. Questo, per soccorrere viale Milton da dove si continuerà a andare verso la Fortezza, come da via Lorenzo il Magnifico verso piazza della Libertà. Viale Matteotti perderà due corsie per ogni senso di marcia fino a via Valori. Si aprono le scommesse. Intanto si va avanti anche con le altre nuove tramvie. Oltre alle due già finanziate di Bagno a Ripoli e adesso anche di Rovezzano, destinate a formare quel ferro di cavallo che finalmente servirà la finora abbandonata area sud della città, si pensa in concreto anche alle progettate due linee di Sesto e Campi che "fanno un altro passo avanti" dice Giorgetti, verso una rete tranviaria che "nel 2030 trasporterà 90 milioni di passeggeri". Palazzo a Vecchio sì è mosso dopo che la giunta ha preso atto, su proposta di Giorgetti, dei progetti di fattibilità delle due linee. La 2.2 va dall'aeroporto di Peretola a viale di Mille a Sesto servendo il Polo scientifico e connettendosi al centro fiorentino tramite scambio con la T2. Le fermate previste sono Mercafir, Castello e la scuola Marescialli, ma Castello è in dubbio dopo che il presidente Giani ha proposto di toglierla lasciando prima di Sesto, solo quella della Zambra davanti al Polo e relativo scambio con il treno: in nome di una maggior rapidità che non dispiacerebbe al Comune di Sesto. Sono 7,4 chilometri per 232.383.305 euro. L'altra linea, la 4, ha un primo tratto Stazione Leopolda-Piagge già finanziato con 166.614.000 euro dal Cipe, vanno aggiunti 222.485.838 euro per i 5,4 chilometri del secondo tratto fino a Campi.
Intanto va in guerra il bus. La Rsu di Ataf annuncia di attendere entro 8 giorni la chiamata dalla prefettura per le procedure di raffreddamento della vertenza aziendale su condizioni di lavoro, premi di risultato, inquadramento dei 200 autisti di Busitalia in servizio all'Ataf.

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