Diversi anni fa una nota rivista nazional-popolare di spettacolo e tv indisse un’inchiesta tra i suoi lettori per stabilire quale fosse il film più bello di sempre. L’idea non era una novità; ma lo fu la proclamazione de La carica dei 101: un autentico plebiscito che per la prima volta scalzò dalla cima del podio il sempiterno Via col vento. Era un'esagerazione, certo, ma anche la prova dell’enorme popolarità del diciassettesimo cartoon Disney; che, all’epoca, fece impennare la vendita dei cuccioli di dalmata, fino a mettere in imbarazzo i negozianti di animali perché la domanda superava largamente l’offerta. Il successo del film di Clyde Geronimi, Hamilton Luske & Wofgang Reitherman fu enorme e valse, tra l’altro, a risollevare le finanze della Disney dopo il mezzo flop del più costoso (e innovativo), La bella addormentata nel bosco, che il pubblico non aveva apprezzato.
'La carica dei 101', i 60 anni di un classico che ha stregato più generazioni
Il diciassettesimo classico Disney, uscito in sala il 25 gennaio del 1961, è tratto da un romanzo di Dodie Smith di cui Walt Disney acquistò subito i diritti. In Italia 'La carica dei 101' arrivò poi nel novembre dello stesso anno, fu un grande successo al botteghino e si aggiudicò anche un Bafta come miglior film di animazione (l'Oscar ai cartoon è stato istituito solo nel 2001). L'adattamento italiano fu ancora una volta curato da Roberto de Leonardis e il piccolo dalmata Rolly "ho fame mamma, ho fame che mangerei un elefante intero" fu doppiato da suo figlio Andrea che aveva 6 anni. Il film è disponibile su Disney+
Uscito in America il 25 gennaio 1961, La carica dei 101 restò in programmazione per oltre 1000 giorni, realizzando nel mercato interno la cifra di 14 milioni di dollari (dell’epoca) nel solo primo anno di programmazione; diventati poi, alla fine della sua lunga exploitation, 216 milioni. Da allora tutti conosciamo la storia dei dalmati Pongo e Peggy e dei 99 cuccioli, fatti rapire dalla perfida Crudelia De Mon che li vuole trasformare in pelliccia, e salvati grazie a un tam tam canino e un montaggio 'alla Griffith' di efficacia epica. Non tutti sanno, invece, che la trama era l’adattamento di un romanzo di Dodie Smith, la cui dalmata aveva partorito quindici cuccioli. Né che l’episodio più commovente del film era ispirato a quella nascita: quando il marito della scrittrice era riuscito a rianimare un cucciolo apparentemente nato morto.
L’enorme popolarità dei personaggi del cartoon verrà poi sfruttata a molte riprese: con la versione live-action del 1996 (e il sequel La carica dei 102 – Un nuovo colpo di coda); con l’omonima serie televisiva d’animazione in sessantacinque episodi del 1997-98; con la serie C’era una volta, trasmessa dal canale ABC tra il 2011 e il 2018 (la sceneggiatura era degli autori di Lost). Dove compare papà Pongo e, nella quarta serie, Crudelia affianca cattivi delle fiabe del calibro della Regina di Biancaneve, Tremotino o la Strega dell’Ovest. Fa storia a sé il lungometraggio animato del 2003 La carica dei 101 II – Macchia, un eroe a Londra: protagonista il simpatico cucciolo cicciottello e sempre affamato Macchia, il quale segue un furgone di croccantini poi finisce nella capitale inglese, dove incontra il suo idolo Fulmine, il cane più eroico della tv. Per finire (almeno provvisoriamente), ora si attende il prequel Cruella, in cui la supercattiva dalla frezza bianca è impersonata da Emma Stone.
Sul film del ‘61 si può citare una varietà di aneddoti più o meno curiosi. La carica dei 101 fu il primo cartoon realizzato con la tecnica della xerografia: la macchina Xerox permise di trasferire i disegni direttamente sul rodovetro (il foglio in acetato di cellulosa utilizzato per l’animazione), con un grande risparmio in tempo e denaro. Anche questa volta casa Disney applicò la tecnica di 'persuasione occulta' usata in altri film: il simbolo delle orecchie di Mickey Mouse. Sul mantello di molti dalmati, infatti, le macchie sono disposte in modo da formare la testa di Topolino. Un’altra piccola curiosità da cinefili riguarda una particolare scena del cartoon originale: quella, notissima, in cui i cuccioli seguono con passione alla tv le imprese del cane Fulmine. Nella versione con Glenn Close del 1996, invece, sul teleschermo passano le immagini del film d’animazione disneyano Gli aristogatti.
'La carica dei 101', 60 anni del classico Disney. Tutti davanti alla tv
Vale ancora la pena di citare un aneddoto, che dimostra come il radicalismo di una certa cultura dell’alimentazione non sia una novità degli ultimi anni. A suscitare rimostranze fu la scena in cui i cuccioli bevono il latte delle mucche: non piacque affatto a chi riteneva che il lattosio potesse nuocere alla salute dei cagnolini. Il che sarà anche vero, ma indusse alcuni a sostenere (e chissà cosa potrebbe accadere oggi, nell’era dei social?) che la scena rendeva inadatto il cartoon alla visione dei bambini.
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