Aveva perso il lavoro in un panificio con l'accusa di aver rubato due pagnotte destinaei al macero. Ma dietro il provvedimento l'ombra della vendetta a sfondo razziale. Perché la crisi e le difficoltà legate alla pandemia non riducono gli episodi di sfruttamento e discriminazione nei posti di lavoro. L'allarme arriva dal sindacato Flai Cgil che denuncia l'ultimo episodio avvenuto pochi giorni fa a Roma, ai danni di un lavoratore afghano di cui non si può scoprire l'identità per tutelarne la privacy. L'uomo, che lavorava in un forno artigianale, è stato licenziato perché per sfamare la famiglia si è portato a casa due filoni di pane che peraltro erano destinati al macero perché non conformi ai requisiti per la vendita.
La denuncia arriva dal sindacato e dal suo segretario generale di Roma e del Lazio Giuseppe Cappucci, che specifica come l'uomo lavorasse per un forno legato ai titolari della società Strong, che gestisce il noto marchio Grande Impero. Il regolamento interno permette di portare a casa un pezzo di pane a fine turno ma in questo caso il dipendente aveva preso anche gli altri due che, appunto, erano destinati al macero.
Ed è uscito dirigendosi verso casa. Ma ad accorgersi del fatto e segnalarlo ai titolari è stato l'ex amministratore della società, che in passato è stato destituito dalla carica proprio perché il suo comportamento aveva portato l'azienda ad una condanna per discriminazione: durante un colloquio con i suoi collaboratori extracomunitari si era definito fascista e si era lasciato andare a frasi come "tu magnavi le cavallette e oggi stai qua" oppure "con i comunisti non voglio avere niente a che fare, con la feccia non mi sporco".
E infatti da anni il sindacato Flai Cgil porta avanti una battaglia contro la società per comportamenti discriminatori: lo stesso operaio licenziato per due filoni di pane era stato reintegrato mesi fa dopo aver vinto un contenzioso legale e sindacale. "È una vicenda vergognosa, che purtroppo smentisce il fatto che per trovare situazioni del genere bisogna andare in chissà quale provincia d'Italia – spiega Giuseppe Cappucci segretario generale Flai Cgil Roma e Lazio – a Roma purtroppo succedono fenomeni gravissimi di sfruttamento come questo: licenziato per un tozzo di pane".
Non è un caso isolato: "Abbiamo riscontrato in passato diverse situazioni di sfruttamento a Roma soprattutto negli allevamenti, come gli ultimi casi gravissimi a danno di due ragazzi indiani presi a catenate mentre lavoravano in un maneggio".
Sul caso interviene anche il portavoce nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni che nei prossimi giorni presenterà un'interrogazione parlamentare al ministro del Lavoro per fare luce sul caso: "Queste persone e questa mentalità vanno combattute con forza, sempre e in ogni dove. Il sindacato ha annunciato che avvierà una nuova causa, noi siamo con loro".
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