All'inizio erano in quattro, tre femmine e un maschio. Li aveva importati clandestinamente Pablo Escobar per arricchire di animali esotici l'immenso parco della sua tenuta Nàpoles. Poi, quando il re della coca è morto nel 1993 e il suo impero si è dissolto, i quattro ippopotami hanno preso il largo e si sono riprodotti. Sono passati 28 anni, adesso sarebbero trecento anche se il numero esatto non si conosce. Quello che si teme è che possano diventare 1.400 entro il 2039.
E' una stima che preoccupa gli esperti. Per due motivi: perché l'alto numero di questi mammiferi finirebbe per alterare l'equilibrio biologico e ambientale e perché l'ippopotamo è diventato ormai un simbolo in Colombia. Una sorta di mascotte che piace a grandi e bambini, felici di poterli osservare mentre brucano erba e piante nel vecchio Eden di Pablo alternando lunghi bagni nelle acque del lago voluto da patrón dove hanno bisogno di restare almeno 20 delle 24 ore quotidiane.
Se non si farà qualcosa, non si interverrà su questa catena riproduttiva incessante, la loro presenza potrebbe diventare un'emergenza e risolverla un'impresa difficile da portare a termine. Nel 2013 ci ha provato David Echeverri López, un ricercatore presso l'agenzia regionale Cornare. Racconta al Washington Post che su questa singolare realtà colombiana è tornato con un servizio: "Abbiamo deciso di sterilizzarli. Ma quando ci abbiamo provato è stato impossibile. Hanno una stazza imponente, pesano quintali, sono aggressivi e anche se alla fine li individui, li chiudi in un recinto, si ribellano e riescono perfino a saltare sparendo nella foresta".
Lasciare liberi i primi quattro è stato un errore, sostiene il ricercatore che con un suo team ha ripreso il programma abbandonato cinque anni fa. "Chi si è occupato di mettere in salvo la serie di animali che affollava Nàpoles, ormai abbandonati a loro stessi, affamati e per questo anche pericolosi, non sapeva cosa fare con gli ippopotami. Li ha lasciati andare e loro si sono perfettamente adattati all'ambiente. In Colombia piove spesso, il clima è temperato, c'è cibo e verde in abbondanza, molti laghi e fiumi. Non è raro vederli nuotare nel Magdalena. Ma hanno figliato e si sono riprodotti". Analisi dei ricercatori hanno scoperto che le loro feci finiscono per assorbire molto ossigeno nei corsi d'acqua intossicando i pesci.
Trovarli è un'impresa. Si mimetizzano nella giungla e nelle vaste aree naturali che abbondano nel paese andino. Spesso escono allo scoperto e non è raro vederli camminare sulle strade. I contadini diffidano, sanno che possono essere devastanti per i raccolti e gli animali domestici. Ma la gente li ama. Si era pensato di eliminarli in modo selettivo; quando è apparsa sul web una foto che ritraeva il corpo senza vita di un ippopotamo davanti a dei cacciatori c'è stata una vera rivolta popolare. Un Tribunale è intervenuto e ha decretato il divieto di cacciarli.
Di qui l'idea di sterilizzarli. Facile a dirsi, meno a farsi. Individuarli è stato estenuante. Il team di Echeverri ha tentato di attirarli con il cibo. Ma appena uno abboccava e veniva rinchiuso, si dimenava e riusciva a liberarsi. Per ammansirli bisognava usare un potente sonnifero, più forte di quello per gli elefanti. E quando finalmente è stato catturato e addormentato un esemplare ecco la nuova scoperta che ha creato altre difficoltà. I maschi hanno il proprio sistema produttivo che gli scienziati chiamano "testicoli particolarmente dinamici". Una definizione gentile che indica un dettaglio non secondario: il loro pene è retrattile, si nasconde dentro un canale inguinale che si chiude proteggendolo. Il sistema femminile è ancora più segreto, tanto che gli esperti non sono ancora riusciti bene a capire come agisce e dove si trovi. E' nascosto e anche questo protetto. Sterilizzare organi così complessi e sofisticati si è dimostrata una vera impresa. Il team alla fine ha dovuto rinunciare.
Portarli via è impossibile. Nessun paese africano li accoglierebbe, a meno di metterli negli zoo. I colombiani, poi, protesterebbero perché sono ormai considerati come degli animali domestici. Sono diventati un ornamento naturale. Ma il problema di un sovraffollamento si riproporrà fra qualche anno e forse, come teme Echeverry, sarà troppo tardi. La soluzione poteva trovarla Pablo Escobar ai suoi tempi. Poteva riportarli dove li aveva presi. Sarebbe stato uno dei suoi rari gesti nobili. Ma era prigioniero dal suo ego. Sapeva di non essere immortale. Ai quattro ippopotami che amava nutrire di persona, spaventando amici e soci che lo visitavano a Nàpoles, avrebbero pensato gli altri. Chi sarebbe sopravvissuto alla guerra con lo Stato.Original Article
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