A due giorni dalla pubblicazione del Dpcm, che sarà in vigore fino al 5 marzo e che ha diviso l'Italia in zone rosse (Lombardia, Sicilia e provincia autonoma di Bolzano), gialle e arancio, arriva la circolare del capo di gabinetto Bruno Frattasi ai prefetti. Non c'è traccia della possibilità di spostarsi verso le seconde case in regioni diverse dalla propria, uno dei punti che hanno lasciato spazio a speculazioni e dubbi in questi giorni.
di
Alessanda Ziniti
La circolare riporta: "si rileva preliminarmente che viene confermato l’impianto già delineato con gli analoghi precedenti provvedimenti emergenziali" e fa invece un esame punto per punto delle novità. Ciò lascia pensare che, a differenza di quanto trapela da fonti di palazzo Chigi, nulla sia cambiato per quanto riguarda le seconde case.
Il sito del Governo ha ancora la sezione delle faq in aggiornamento, ma ieri ha reso pubblico uno schema nel quale tra gli spostamenti possibili le seconde case non rientravano e veniva sottolineato (come nella circolare di oggi) che è possibile spostarsi tra regioni anche di colore diverso soltanto per "comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute, nonché dal rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione".
di
Cristina Nadotti
Nella circolare ai prefetti grande rilievo è dato ai controlli: si chiede infatti di garantire "la più scrupolosa osservanza delle prescrizioni vigenti attraverso mirati servizi di controllo del territorio, soprattutto nelle aree urbane – specialmente quelle interessate da fenomeni di affollamento nelle ore serali e notturne – nei luoghi di transito e lungo le principali arterie stradali".
Quanto alle novità, oltre a quelle più dibattute dei giorni scorsi come il divieto di spostarsi tra regioni anche se gialle e gli orari dei ristoranti, si fa riferimento all'apertura nei giorni feriali dei musei nelle regioni in zona gialla, alla didattica in presenza garantita per un minimo del 50% e fino a un massimo del 75% con "mutamenti in dipendenza di ordinanze regionali, adottate per motivi sanitari" e alla possibilità di riprendere in presenza anche le lezioni universitarie.
di
Corrado Zunino
Un nuovo elemento del Dpcm, sottolineato dalla circolare del Viminale, riguarda anche i concorsi: "dal 15 febbraio 2021 sono consentite – si legge nel documento- , nel rispetto di appositi protocolli anti-Covid, le prove selettive dei concorsi banditi dalle pubbliche amministrazioni, nei casi in cui è prevista la partecipazione di un numero di candidati non superiore a trenta per ogni sessione o sede di prova".
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