Tre volte candidata all'Oscar (per Le relazioni pericolose, I favolosi Baker e Due sconosciuti, un destino), Michelle Pfeiffer, 62 anni, sembra poter aspirare a una quarta nomination grazie al suo ruolo di protagonista nel film di Azazel Jacobs French Exit. Adattato da Patrick deWitt dal proprio romanzo, French Exit è una commedia dark in cui la Pfeiffer interpreta Frances Price, una vedova più o meno allegra che ha sperperato tutta la sua eredità e si trasferisce a Parigi con il figlio Malcolm (Lucas Hedges) e il gatto Frank, nel cui corpo risiede, forse, l'anima rancorosa del defunto marito. "Mi sono divertita molto a girare questo film", sostiene la Pfeiffer, "proprio perché è pieno di personaggi insoliti." Il film, presentato in anteprima come titolo di chiusura dell'ultimo New York Film Festival, uscirà negli Usa il 12 febbraio. Ne abbiamo parlato via Zoom con la Pfeiffer, madre di due figli avuti dal marito David E. Kelley, celebre autore e produttore televisivo.
Michelle, la sua Frances è estremamente disinibita: le è piaciuta per questo?
"Il suo atteggiamento disinibito è una delle cose che più apprezzo di questo personaggio. Lei rappresenta tutto quello che avrei voluto essere e che putroppo non sono. Io sono una donna guardinga per natura, un po' introversa, ma c'è una parte di me che sotto sotto vorrebbe essere come Frances".
Ci sono somiglianze tra di voi almeno come madri?
"Non direi, nel senso che mi sento di poter dire di avere un rapporto adulto ed equilibrato coi miei figli, mentre Frances può solo fantasticarlo col figlio Malcolm. Non è una madre istintiva, naturale, mentre io credo di esserlo".
I suoi figli sono oramai grandi e indipendenti: siete riusciti a rimanere in contatto e vicini durante questa pandemia?
"Non molto. Però sono riuscita a vederli nelle festività, ed è stato più bello che mai, perché non mi era mai capitato di non poterli incontrare per tre mesi di seguito. Ma loro hanno le loro vite e le loro famiglie, e per quanto mi manchino terribilmente mi fanno sentire molto fiera del fatto che siano così forti e resistenti".
In 'French Exit' Frances, il suo personaggio, sperpera tutto a Parigi. Dove spenderebbe lei tutti suoi averi?
"Parigi non è male. È una città in cui in tempi normali ho speso una quantità di denaro – in shopping e ristoranti – che vi sto nemmeno a raccontare. Seconda solo a Parigi c'è New York. Due città perfette per una 'shop-aholic' come me! (ride)".
In cosa le piace spendere?
"Un nuovo cappotto, una borsa. E confesso che ho un debole per gli stivali".
Si è mai trovata in una situazione in cui aveva perso tutto, non aveva più nulla?
"No, me la sono sempre cavata, anche da giovane, quando facevo la cassiera ai supermercati, prima di diventare modella e poi attrice, grazie a un colpo di fortuna. Non ho mai chiesto niente a nessuno, lavoravo umilmente e tiravo avanti con dignità. Provengo da una famiglia di lavoratori, non mi sono mai creata tanti problemi con lavori da classe operaia".
Che rapporto ha col denaro?
"È facile dire che il denaro non è tutto, quando ce l'hai. Ma non si può certamente dire a chi sta lottando per sopravvivere e mandare avanti una famiglia. Ognuno di noi, come i personaggi di French Exit, ha un rapporto differente col denaro: chi lo venera, chi lo sperpera, chi lo risparmia, chi lo regala. Ma chi ne è schiavo risulta sempre il più debole".
Due anni fa lei ha superato il fatidico traguardo dei 60 anni. Riflette mai sugli anni che passano?
"Davvero sono una 60enne? Grazie per avermelo ricordato! Parlando seriamente, compiere 60 anni, due anni fa, è stato un sollievo. Finalmente non devo più far finta di avere meno della mia età. Non ho 35/40 anni e non posso più prendere in giro nessuno (ride). La vanità diminuisce. Ora penso solo a fare vita sana, fare esercizio e assicurarmi che la mia testa funzioni al 100%".
Cosa è cambiato per lei in quest'ultimo anno?
"Ho capito cosa voglio davvero dalla vita, quanto poco davvero voglio. È così facile cadere trappola dei privilegi e dei capricci, e tutto questo è stato rimesso nella giusta dimensione dalla realtà della pandemia. Credo di avere imparato anche io cosa è importante nella vita e cosa no. Ci voleva una mascherina per smascherarci".
Commenti recenti