La votazione si è appena conclusa, il governo e Giuseppe Conte hanno incassato 321 voti, cinque in più di quelli previsti dai pallottolieri dei tattici dei gruppi parlamentari. E allora scatta subito la caccia ha chi ha cambiato idea e schieramento. Da una sbirciata ai tabulati del voto è saltato fuori il nome di Renata Polverini, Forza Italia, ex segretaria del sindacato di destra Ugl. "Ho votato la fiducia – dice – penso che bisogna assumersi le proprie responsabilità, l'ho sempre fatto nella mia vita. Non condivido una crisi in questo momento. E lascio Forza Italia. Per forza: non è che su una fiducia si può restare. Non è dissenso su un provvedimento. Certo, mi dispiace", dice.
di
Stefano Cappellini
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Tommaso Ciriaco
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Annalisa Cuzzocrea
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Emanuele Lauria
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Carmelo Lopapa
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Laura Mari
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Monica Rubino
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Concetto Vecchio
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Giovanna Vitale
Se ne va da sola, prima ancora che Antonio Tajani, il numero due di Forza Italia sentenzi: "Non ci aveva detto niente. Si è messa fuori da Forza Italia". Anche se, a dire il vero, agli osservatori politici la scelta della Polverini non è poi un fulmine a ciel sereno, visto e considerato che negli ultimi tempi si era molto spesa nell'affiancare Renato Brunetta nel tentativo di convincere Silvio Berlusconi ad appoggiare il governo e allontanarsi dall'abbraccio sovranista di Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
LE COMUNICAZIONI DI CONTE IL TESTO INTEGRALE
I calcoli della vigilia davano la maggioranza addirittura sotto quota 316. Forse 314. Pesavano, e molto, i 29 voti mancanti di Italia viva. La maggioranza, orfana dei renziani, poteva contare alla Camera sulla carta su 12 voti di Leu (presenti al 100 per 100); hanno detto sì i 188 el M5s (il gruppo conta 191 deputati, ma il presidente Roberto Fico non vota e 2 gli assenti giustificati per malattia); 93 Pd (presenti al 100 per 100 alla votazione), quindi 293 voti a favore. A questi si aggiungono i 4 delle Minoranze linguistiche, i 3 del Maie, gli 11 deputati di Centro democratico di Bruno Tabacci, per un totale di 311 voti favorevoli e già previsti.
il commento
di
Stefano Cappellini
Si sono quindi aggiunti 'a sorpresa' i voti favorevoli di 6 deputati ex M5s del Misto: Benedetti, Aiello, Aprile, Fioramonti, De Giorgi – che già in altre occasioni aveva votato a favore del governo – Ermellino, Lo Monte e Trano, portando i sì a quota 319. A cui vanno aggiunti il sì di Polverini e il sì della renziana Rostan, per un totale di 321 voti favorevoli.
All'opposizione manca il voto di Maurizio Lupi che ha spiegato di non avere votato per "motivi logistici". Forse vuol dire che risultava in missione, nonostante abbia preso la parola per dichiarare il "no" a Conte. Assente anche il renziano Giacomo Portas. Singolare il comunicato di Anna Ascani, del Pd ed esponente del governo, che ha sentito il bisogno di annunciare che aveva votato sì. Un riflesso legato forse ai suoi antichi rapporti con Renzi.
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