Baci rubati, contestati, sinceri, furbi, televisivi; baci molto contestualizzati e poco proibiti, dati per scherzo o per amore, amicizia, riconoscenza. Baci a compagni di squadra, nonne, poliziotte, stemmi, future mogli, allenatori. Baci in un campo di calcio, gravidi di promesse o che lasciano una scia di veleni. Baci in un campo di calcio, dentro quell'attimo eterno di una partita.
"Era per Chiellini, che per me è un fratello". Però alle telecamere nulla sfugge. E così prima di Inter-Juventus Vidal – come in una canzone di Claudio Baglioni – si accoccola a Chiellini e – a causa della differenza di statura (almeno 7-8 centimetri al netto della cresta del cileno) bacia lo stemma della Juventus. Non sia mai. La polemica infuria sui social, poi Vidal segna e un po' la smorza. Ma solo un po'.
1996, San Siro, Milan-Fiorentina 1-2, Supercoppa italiana. Mattatore il Re Leone Batistuta, che si esibisce nel primo "C'è posta per te" del calcio italiano. Dopo il gol corre verso la telecamera e urla "Irina te amo". Dichiarazione d'amore non casuale, in quel periodo la coppia era in crisi, Bati voleva farsi perdonare o forse no, forse voleva solo cantare l'amore cortese a sua moglie.
Estate 2010, Mondiali in Sudafrica. Un bacio mondiale. Lui, Iker Casillas, portiere della Spagna Campèon, lei giornalista di "Telecinco", campionessa del mundo delle riviste per parrucchiere, immortalata per sempre mentre, colta di sorpresa, attonita e immobile sta al bacio furente del suo fidanzato nella notte della finale di Johannesburg, a telecamere accese e in mondovisione mentre le vuvuzela sudamericane sparano verso il cielo ululati d'amore.
In un Bologna-Brescia del 2002 Nervo segna, si avvicina a Bellucci, gli prende la testa tra le mani e mentre s'avvicina al "nasone" del bomber Nervo alza la testa Smack. Sulle labbra. "Volevo dargli un bacetto sul naso – racconta Bellucci -, perché lo prendo sempre in giro per quello. Lui, facendo lo scemo, si è spostato alzando la testa: forse voleva dire in giro che aveva baciato la Bellucci". Nervo ribatte pronto: "Visto che mi stava prendendo per i fondelli per il mio naso, come peraltro fa sempre, lo scherzo l'ho fatto anch'io".
Ma il copyright del bacio più appassionato visto in un campo di calcio risale a qualche anno prima (Copa Libertadores 1996) ed è sicuramente quello tra Diego Armando Maradona e Claudio Caniggia durante un Boca-River. Amici fraterni, nella buona e nella cattiva sorte. Era successo che: cross di Caniggia, gol di Basualdo, bacio del "Cani" a Diego, Bombonera in delirio.
Genoa-Atalanta, Serie B, stagione 1999-2000. Davide Nicola segna, poi corre ad esultare verso la panchina. Ha un'idea chiara in testa. Si avvicina ad una poliziotta bionda (che ride e si ritrae) e la bacia. Stupore generale. Spiegherà Nicola: "E' un'amica di famiglia, Betty, prima della partita mi aveva detto: segnerai tu. Volevo ringraziarla". Peccato fosse la poliziotta sbagliata. Betty era in tribuna con il marito, la collega le somigliava molto.
Quella notte. 11 luglio 1982, Santiago Bernabeu, Italia tre volte campione del mondo. E' un bacio lieve, furtivo, pudico, innocente, leale, riconoscente. E' un bacio da amico, quello che Dino Zoff stampa affettuosamente sulla guancia di Enzo Bearzot, mentre intorno la notte è solo azzurra. E' un bacio friulano, una carezza tra uomini perbene.
Il solito rito propiziatorio, prima di ogni partita. Il difensore francese Laurent Blanc si avvicina al portiere Fabien Barthez, gli prende la testa pelata tra le mani e a favore di telecamera stampa il bacio che consentirà alla Francia di vincere. Va proprio così. Anche in finale: Blanc è squalificato ma il bacio no. E' il Mondiale del 1998, trionfa la Francia.
Roma-Cagliari, settembre 2014. Alessandro Florenzi segna – era in astinenza da sei mesi – poi si inventa la corsa più pazza del mondo, sale in tribuna e va ad abbracciare e baciare la nonna Aurora. "Non era mai venuta, nemmeno quando ero piccolo: era la prima volta che mi vedeva giocare" spiega il centrocampista mentre nonna Aurora continua a piangere di gioia, con grande spargimento di fazzoletti kleenex.
Quel matto di Gazza. Un clown disperato, con la lacrima disegnata sul viso. Un bambino mai cresciuto, il Benny Hill degli stadi col tasso etilico oltre il limite. Coppa d'Inghilterra, l'alba degli anni 90. Il protocollo prevede che la Duchessa di Kent passi in rassegna le formazioni. I calciatori si inchinano, mimano un baciamano. E che fa Gazza? Stampa un chewing gum sulla mano della Duchessa.
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