Il Vaticano ha chiesto che sia dichiarato il "non luogo a provvedere" sulla richiesta di estradizione di Cecilia Marogna, la manager cagliaritana arrestata a Milano il 13 ottobre tramite Interpol su mandato d'arresto delle autorità d'Oltretevere nell'indagine vaticana relativa all'ex cardinale Angelo Becciu. Lo si evince da una comunicazione del ministero della Giustizia, letta dai giudici della Corte d'appello di Milano nell'udienza per l'estradizione. Comunicazione nella quale si dice anche che il Vaticano ha concesso la "libertà provvisoria" a Marogna, revocando la misura cautelare. La Corte e le parti hanno chiesto di avere il provvedimento con cui il Vaticano rinuncia all'estradizione.
All'inizio dell'udienza di stamani sul procedimento per l'estradizione per Marogna i giudici della quinta Corte d'appello milanese hanno letto una comunicazione pervenuta oggi dal Ministero della Giustizia. Comunicazione nella quale, come letto dai giudici in aula, si evidenzia che "lo Stato della Città del Vaticano" chiede che sulla richiesta di estradizione per Marogna, accusata di peculato e appropriazione indebita aggravata, venga "dichiarato il non luogo a provvedere". Le parti, però, hanno chiesto che possa essere disponibile anche il provvedimento delle autorità vaticane di cui dà conto la nota del ministero italiano.
Papa Francesco
Lo scorso 17 dicembre, la Cassazione aveva disposto l'annullamento senza rinvio con perdita di efficacia della misura cautelare disposta per Marogna dai giudici milanesi che avevano convalidato l'arresto. Marogna, difesa dai legali Massimo Dinoia, Fabio Federico e Maria Cristina Zanni, era stata scarcerata già il 30 ottobre (le è stato poi tolto anche l'obbligo di firma). La Suprema Corte ha parlato di "un vuoto motivazionale che determina la nullità dell'ordinanza cautelare", dichiarando di fatto illegittimo l'arresto.
I difensori, tra l'altro, nei loro atti hanno sostenuto che Marogna, che si è sempre definita un'esperta in relazioni diplomatiche, non poteva essere arrestata anche perché "l'accordo tra Italia e Vaticano", basato sui Patti Lateranensi, "consente l'estradizione dal Vaticano all'Italia", ma non viceversa. Quello in corso è il primo procedimento di estradizione dall'Italia verso il Vaticano, che però ora, come emerge dalla comunicazione ai giudici, ha rinunciato alla richiesta.
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