New York – "Mark Zuckerberg e Facebook hanno la loro parte di responsabilità per quello che è successo a Capitol Hill. Loro sono parte del problema". L'atto d'accusa alla piattaforma social e al suo fondatore arriva da Alexandria Ocasio-Cortez, rappresentante del Congresso considerata negli Stati Uniti la grande nemica di Mr Facebook.
Dopo il famoso intervento nell'ottobre 2019 in commissione della Camera, diventato virale, in cui aveva messo alle strette Zuckerberg, bollando pubblicamente in aula come "str…" le sue politiche sul controllo dei messaggi in rete, la giovane democratica eletta a New York è tornata ad accusare la piattaforma social di essere anti-democratica e ha indicato il suo fondatore come una persona "legata ai gruppi suprematisti bianchi".
Alexander Stille
"Erano a conoscenza della disinformazione che girava su Facebook – ha affermato la democratica nel corso del livestream mensile con i suoi elettori – e non hanno fatto niente per fermare, hanno permesso che girassero questi messaggi carichi di violenza. Sapevamo che questo era un problema, e ben prima che scoppiasse la pandemia del Covid". "Io – ha aggiunto – gli avevo chiesto in modo diretto quali fossero i suoi legami con le organizzazioni suprematiste e che tipo di controllo facevano con i messaggi che arrivavano da account e siti suprematisti".
Per Ocasio-Cortez "c'è un legame molto chiaro" tra Zuckerberg e i suprematisti. In seguito all'assedio al Congresso, e ai toni violenti usati dal presidente degli Stati Uniti, Facebook è stata costretta a bloccare l'account di Donald Trump. La decisione era arrivata dopo che la piattaforma social aveva annunciato la cancellazione di tutti i messaggi che contenevano la frase "Stop the Steal", "fermate il furto", diventato lo slogan dei trumpiani, urlato anche il 6 gennaio, durante la marcia verso Capitol Hill conclusa con la devastazione dei locali del Congresso, la morte di quattro manifestanti e di un poliziotto, più un altro agente, morto suicida alcuni giorni dopo. Secondo un'organizzazione no-profit, Avaaz, che monitora i social, almeno una novantina di gruppi che hanno promosso false accuse di brogli alle ultime elezioni sono rimasti in attività su Facebook. Ocasio-Cortez ha chiesto linea dura verso questi account, ma senza voler mettere a rischio il "principio democratico". "Un conto – ha spiegato – è avere opinioni differenti, un altro è affermare cose palesemente false".
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