“La politica è anche sentimento e io ero a disagio ormai in Italia Viva”. Vito De Filippo ha tratto il dado. Ha lasciato Renzi. E’ tornato nel Pd. E in un lungo sfogo nella chat dei renziani ha annunciato: “Lunedì voterò la fiducia a Conte”. E ne ha spiegato le ragioni: “La facoltà della politica non è per me mai corsara…”. Ex presidente della Regione Basilicata, ex sottosegretario alla Sanità anche del governo Renzi, deputato, 58 anni, De Filippo non vuole sentirsi dire che ora farà da traino per convincere altri renziani ad appoggiare il governo.
De Filippo, altri parlamentari renziani, soprattutto senatori, lasceranno Italia Viva?
“Non lo so. Io di certo non faccio scouting”.
Dal Pd è andato via e ora ci torna, perché?
“Da tempo ho detto quale era la mia posizione. Ho scritto nella chat di Iv che sono stati mesi intensi, anche molto belli. Il mio disagio però era diventato evidente. Mi sentivo e mi sento estraneo a tante posizioni che abbiamo assunto. Il tono, il merito, a volte mi sfuggiva”.
Prima ancora che Renzi ritirasse le ministre e togliesse il sostegno al governo?
“E’ stato un turbinìo interiore soprattutto in questi giorni, che mi ha portato alla scelta, senza nessun calcolo. Prima dello stesso annuncio della crisi politica. Ma Renzi è pieno di contraddizioni. Non credo che si possano fare dimettere due ministre e poi annunciare l’astensione a Conte. C’è stato un precedente di ministri ritirati con il governo Andreotti VI, ma ben diverso atteggiamento”.
Aprire la crisi è stato per lei un errore, quindi.
“E’ stata una mossa che giudico sciagurata. Ma già non apprezzavo l’atteggiamento di Italia Viva sulla pandemia, che non è stato a mio avviso sufficientemente rigorista. La vicenda crisi è stata il culmine. C’è stato da parte di Renzi un atteggiamento corsaro. Io sono uno “spasimante” del dialogo, del confronto, della mediazione”.
Invece?
“Invece ho visto il travolgimento dei toni, per me umile e provinciale lettore di Barthes e di Spinoza. Comunque le mie posizioni sono diventate sempre più distanti dalla linea di Matteo, a cominciare appunto dalla pandemia”.
Renzi ha invitato i suoi a restare uniti, a non seguire insomma il suo esempio, tanto Conte i numeri non ce li ha alle Camere. Immagino ora lei sarà ai ferri corti con IV?
“Esco da Italia Viva senza avere aperto trattative. Ho ringraziato Matteo, Maria Elena, Ettore, Teresa, Elena e gli altri. Del resto quando scelsi di aderire al loro partito sanno bene che fu una decisione trasparente e sentimentale”.
Ma come mai ha lasciato il Pd per Renzi?
“Me n’ero andato dal Pd credendo che una formazione più centrista avrebbe dato una mano”.
Più in generale cosa rimprovera a Renzi?
“Di non avere compreso la fatica quotidiana che un governo di coalizione comporta, mentre lui ha avuto un atteggiamento non compatibile con questo tipo di governo”.
Zingaretti e il Pd l'hanno accolta di nuovo senza problemi?
“Ho parlato con Zingaretti, che ringrazio. Ho un ottimo rapporto con Delrio. Sa, come ho concluso il mio messaggio ai colleghi renziani? “La decisione come l’azione e come la musica ha un solo tempo: l’emozione. Io ne ho ancora tanta”.
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