BOLOGNA. A partire dalle prime ore dell’alba, un centinaio di Carabinieri del Comando Provinciale di Bologna stanno eseguendo un’operazione di polizia giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Bologna a carico di cinque indagati ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di prostituzione minorile, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, pornografia minorile (realizzazione e divulgazione di filmati con minori) e tentata truffa aggravata.
Ai domiciliari è finitoGianluca Campioni, 47 anni, con le accuse di induzione alla prostituzione minorile, spaccio e produzione di materiale pedopornografico. Domiciliari anche perPaolo Carlo Prosapio di Casalfiumanese, accusato di spaccio. Carcere per Gianni Marseglia, pugliese di 56 anni, con precedenti per spaccio. Per altri due pusher albanesi è stao isposto il divieto di dimora.
L'operazione rientra nella cosiddetta inchiesta Villa Inferno che a settembre scorso portò alla luce un giro di festini a base di sesso e droga con giovani donne, tra le quali anche una 17enne; all'epoca furono sette le misure cautelari.
Nel mese di febbraio 2020, una donna aveva denunciato alla Stazione Carabinieri di Bologna diversi allontanamenti e l’assunzione di sostanze stupefacenti da parte della figlia 17enne. Sulla scorta dei primi accertamenti condotti dai Carabinieri della Stazione Bologna, il Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro ha avviato una complessa attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Bologna – Sost. Proc. Stefano Dambruoso.
Inoltre, è stata confermata l’esistenza di video pedopornografici realizzati a Villa Inferno in occasione dei festini, a conferma dell’ipotesi accusatoria di prostituzione minorile.
Nel corso delle indagini, si è appurato che uno dei destinatari delle misure, in concorso con altri due soggetti, ha tentato di conseguire un ingiusto profitto in danno di diversi esercizi commerciali bolognesi, sfruttando l’attuale emergenza sanitaria da Covid-19 per rendere i raggiri credibili. Articolato e ingegnoso è stato il metodo ideato per trarre in inganno i titolari delle attività commerciali che si intendevano colpire: un soggetto lasciava un biglietto da visita della propria attività di sanificazione all’esercizio commerciale, un altro comunicava la positività al Covid-19, contratto proprio in quell’esercizio ed un terzo soggetto, fingendosi medico dell’ASL, confermava al titolare la positività del cliente, sottolineando la necessità di procedere alla sanificazione immediata degli ambienti, in assenza della quale sarebbero state elevate gravose sanzioni amministrative nel corso dei controlli delle Autorità sanitarie.
Gli elementi raccolti nel corso delle indagini preliminari hanno portato all’emissione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari da parte del GIP del Tribunale di Bologna (dott. Letizio Magliaro), consistenti in 1 custodia in carcere, 2 arresti domiciliari e 4 obblighi di presentazione alla Polizia Giudiziaria, per i reati previsti e puniti dagli articoli 600-bis del codice penale (prostituzione minorile) e 73 del d.P.R. 309/1990 (Produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti).
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