“Licenziata per le foto che pubblico che pubblico sul mio profilo Instagram”. Lo ha detto lei stessa, Alice Brocccoli, originaria della Brianza e tifosa atalantina, ormai ex allenatrice degli esordienti della squadra San Martino a San Leone, del quartiere Pigneto, molto legata alla parrocchia San Leone I e al suo nuovo parroco e alla sua comunità: Alice sostiene di essere stata licenziata a causa di alcune foto pubblicate sul suo profilo Instagram in cui posava con la casacca dell’Atalanta, in mutandine e tatuaggi. La storia risale a 5 giorni fa, portata agli onori della cronaca dal sito www.calcioatalanta.it.
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A spiegare quello che è successo è proprio Alice Broccoli sul suo profilo: “Sono stata licenziata perché mi è stato detto che un’allenatrice/educatrice non può pubblicare certe foto sui social”. Poi continua scrivendo che “tutto quello che faccio e ho fatto come persona viene cancellato e azzerato a causa di foto sul mio account personale di Instagram. Ciliegina sulla torta, del resto ho sempre dovuto fare il doppio per essere accettata la metà in una società dove essere una donna è un difetto”. L’esonero non è stato preso bene nè dalla sua famiglia né da Alice che parla apertamente di soprusi e ingiustizie nei confronti delle donne in un mondo come quello del calcio, che si può definire eufemisticamente “a trazione maschile”: “In generale, se sei una donna e vuoi fare un lavoro da uomo devi lottare il doppio – ha spiegato ancora Alice al sito www.calcioatalanta.it – Nel calcio ancor di più: è scontato che un maschio, sin dalla tenera età, prenda a calci una palla.
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Una donna invece se la deve sudare tantissimo e io ho fatto molti sacrifici per meritare il ruolo che avevo”. Dal canto suo la società di calcio rifiuta ogni collegamento tra foto e licenziamento, anzi assicura che non c’è stato alcun esonero e in una nota ufficiale firmata dal presidente Angelo Bombardieri scrive: “l’Associazione spera di offrire un chiarimento su quanto sta circolando nei vari gruppi, sebbene non riconducibili all'Asd, in merito all’asserito "licenziamento” ( mai avvenuto ) di una insegnante di calcio. Nello specifico, la Asd si è attivata, su sollecitazione di taluni interessati e nel rispetto dello scopo associativo e delle norme comportamentali, per avere chiarezza in relazione alle foto dei nostri calciatori postate su un profilo social personale. Dispiace constatare che la vicenda stia assumendo rilievi molto delicati, con il coinvolgimento di soggetti terzi e che, pertanto, occorre, ora più che mai, cautela e senso di responsabilità da parte di tutti”. Il messaggio è del 13 gennaio, il caso di Alice era già uscito sul web e sui social da almeno 24 ore. Ora ci sono Alice da una parte, la società dall’altra, i ragazzi in mezzo.
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