MILANO – Nell'Italia che rischia di vedere esplodere una bomba sociale da 1 milione di posti di lavoro, una volta che verrà meno il blocco imposto dal governo e la cassa integrazione straordinaria allenterà le cinture di sicurezza, c'è una startup francese che punta forte sul mercato tricolore dei 'temporary workers', il lavoro in somministrazione. Con competenze che affondano le radici nell'e-commerce e nelle nuove piattaforme di distribuzione, scommette sulla capacità dell'intelligenza artificiale di avvicinare il più possibile le aziende in cerca di profili e i lavoratori in caccia di occupazione, garantendo un matching tra le due parti nel giro di poche ore. Una evoluzione dei servizi tradizionalmente resi dalle agenzie, ma anche un cambio di paradigma in cui si fa strada una filosofia che inquadra il lavoro come una commodity. Ed equipara il mercato a quello del delivery: arrivare in poco tempo, e a basso prezzo, dal cliente con il suo piatto preferito. In questo caso, però, si parla di aziende e lavoratori.
Iziwork, questo il nome della società, è stata lanciata in Francia nel 2018 da Alexandre Dardy, uno dei fondatori dell'e-commerce Lazada venduto con successo ad Alibaba. Con quel background (e portafoglio) si è rivolto al mercato del lavoro, racconta Pierluigi Lauriano, scelto come managing director in Italia e forte di un cv nel quale ha seguito l'espansione di Deliveroo nel nostro Paese: "Il mercato dei Temporary worker è enorme – racconta – Vale 150 miliardi in Europa, 50 in Francia e una decina in Italia. Le grandi multinazionali specializzate lo presidiano con ramificazione territoriale e intensità del lavoro del loro personale. La tecnologia è stata a lungo una grande assente".
Oltralpe, la startup ha già messo nel suo database 800 mila lavoratori e 2 mila clienti tra grande distribuzione, logistica e servizi. Ha da poco concluso un round da 35,4 milioni di euro di investimento (firmato da Cathay Innovation e Bpifrance, portando il totale raccolto su una sessantina di milioni) e "buona parte" di queste risorse puntano proprio sullo sviluppo in Italia. Sbarcata formalmente a novembre, Iziwork vuole far salire le proprie risorse italiane da 35 a 150 nel giro di pochi mesi. Aprirà otto sedi territoriali, oltre a Milano: Brescia, Treviso, Bologna, Torino, Verona, Parma, Firenze e Roma. "Presidiare il Nord Italia vuol dire coprire il 70% del mercato della somministrazione" del Belpaese.
Ma è soprattutto dietro queste vetrine/hub commerciali, nei suoi cervelloni informatici, che vuole giocare una partita ambiziosa: "Raggiungere nel giro di un anno 600-800 mila lavoratori italiani e posizionarsi subito dietro i big come Adecco, GiGroup, Manpower". Non a caso, l'altra parte del round di capitali raccolti serve a livello centrale per rafforzare la ricerca e sviluppo raddoppiando gli attuali 60 ingegneri informatici e data scientist.
Come mai l'Italia per la prima espansione, mercato storicamente accusato di esser ingessato? "Ci sono innanzitutto similitudini con la Francia. E durante la pandemia abbiamo visto come le aziende abbiano accresciuto il bisogno di flessibilità: una richiesta che sarà ancor più forte subito dopo l'emergenza sanitaria, quando ci sarà da organizzare la ripartenza. Le aziende sono disposte a pagare qualcosa in più in termini di costo/orario pur di assicurarsi maggiore libertà di manovra. E la flessibilità è proprio il cuore della nostra proposta", spiega Lauriano, che vede "in forte espansione forme di rapporto di lavoro come lo staff leasing", nel quale i lavoratori sono assunti dalle agenzie e 'prestati' a medio-lungo periodo ai clienti.
Sospendendo il giudizio sulle decisioni politiche che il governo dovrà prendere sui licenziamenti, Iziwork punta sulla struttura snella e sul supporto dell'intelligenza artificiale per una politica commerciale arrembante. "Abbiamo accordi commerciali con le principali Job board (le piattaforme come Indeed, ndr): quando un lavoratore inserisce il suo profilo, popola anche il nostro database", spiega il manager. Immancabile, c'è l'app attraverso la quale candidarsi. Da lì parte un'analisi dei dati, che consente agli operatori di avere una shortlist accurata di profili potenzialmente interessanti per le aziende/clienti che chiedono manodopera. "A quel punto si passa al colloquio vero e proprio. In Francia – garantisce Lauriano – siamo in grado di offrire lavoratori ad aziende che hanno esigenze 'last second' nel giro di quattro ore". E grazie al risparmio di tempo, "le tariffe sono più basse del mercato".
Col tempo, Iziwork costruirà uno storico in modo da perfezionare il proprio database arricchendolo con i feedback ricevuti dalle aziende sui propri lavoratori. Per fidelizzarli, sono previsti servizi di formazione e anche un bonus annuo da 400 euro per chi viene valutato positivamente. Nel futuro è già pronto un nuovo piano di sviluppo: in Belgio.
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