"Sono in aumento i pazienti positivi al Covid che si presentano al Pronto soccorso. Registriamo sia arrivi di persone già positive per complicanze della terapia sia pazienti che invece intercettiamo qui da noi". Quello di Fiorella Paladino, responsabile dell'area d'urgenza del Cardarelli, più che un allarme è la fotografia di quanto sta avvenendo. " Abbiamo anche giovani e giovanissimi – aggiunge – ma i casi più critici restano quelli degli anziani. Dobbiamo stare ancora molto attenti e non rilassarci solo perché è iniziata la somministrazione dei primissimi vaccini. Siamo ancora lontani da raggiungere l'immunità di gregge e dallo stare sereni. L'essere collocati in fascia gialla è anche un merito, ma dobbiamo essere molto prudenti e non rilassarci".
Ma è già allarme nelle corsie del principale ospedale del Mezzogiorno dove si contano positivi al Covid ricoverati anche sulle barelle, con una media di sette lettighe in ogni zona Coronavirus.
" Stiamo vivendo la stessa drammatica situazione di inizio ottobre – denuncia uno pneumologo – c'è un chiaro aumento di ricoveri nei reparti e la situazione è critica, per fortuna lo stesso non sta avvenendo per le terapie intensive. Ho l'impressione che la terza ondata sia già arrivata e rischia di travolgerci".
Stato di " allerta" anche all'ospedale Cotugno dove da giorni cresce l'afflusso di pazienti Covid. " Pur non essendo certo in una situazione di affollamento – afferma il direttore generale dell'azienda Colli, Maurizio Di Mauro – stiamo riscontrando un aumento costante degli accessi al pronto soccorso del Cotugno ". Di Mauro non ha dubbi sull'origine di questa nuova "pressione": " Sono casi riconducibili a contagi risalenti al periodo delle feste di Natale. Mai come in questo momento sono sempre necessari la prudenza e il rispetto delle regole: mascherina, lavaggio delle mani e distanziamento " . A certificare un ritorno del virus " post festeggiamenti di Natale e Capodanno" anche il report settimanale del Comune che registra un " aumento non straordinario ma sensibile di contagi". L'indagine, curata dall'Osservatorio epidemiologico, coordinato dall'equipe di Giuseppe Signoriello, docente dell'università Vanvitelli, e dall'assessora comunale alla Salute, Francesca Menna, evidenzia che nelle ultime due settimane sono stati notificati, nella sola Napoli, 2.588 casi, più 18 per cento rispetto alle due settimane precedenti, quando i nuovi casi erano stati 2.202. Il tasso di mortalità risulta essere quasi il doppio rispetto a quello della Campania (82,6 casi per 100 mila abitanti contro 47,2).
Dai dati del bollettino dell'Unità di crisi, però, emerge un leggero calo in Campania, della percentuale casi positivi- tamponi esaminati. Nel conteggio sono stati inseriti per la prima volta anche i test antigenici rapidi. Sono 1.150 (di cui 73 casi identificati da test antigenico rapido) i casi positivi, 99 sintomatici che si riferiscono ai soli positivi al tampone molecolare, su 13.929 test (di cui 1.353 antigenici).
La percentuale positivi- tamponi è, dunque, pari a 8,25 per cento (giovedì era a 9,4). I deceduti sono 37 ( 17 deceduti nelle ultime 48 ore e 20 deceduti in precedenza ma registrati giovedì), mentre le persone guarite sono 993. Aumentano i ricoveri nei posti letto di degenza: saliti in 24 ore da 1.365 a 1.401. Intanto, sul fronte dei vaccini anche ieri alla Covid Vaccine center della Mostra d'Oltremare si sono presentate meno persone di quelle previste: appena 731 su 1.300. Oggi il centro resterà aperto per tutta la giornata per completare la vaccinazione degli operatori sanitari che lavorano nel territorio della Asl Napoli 1.
E per migliorare la relazione tra sanitari e pazienti nel reparto Covid di Ginecologia e Ostetricia della Federico II da ieri si utilizzano badge identificativi usa e getta. Il personale indossa apponendoli sulle tute monouso e riportano la fotografia, il nome e il cognome dell'operatore in modo ben visibile.
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