KAMPALA – La commissione elettorale dell'Uganda ha dichiarato venerdì che il presidente Yoweri Museveni è in testa con il 63% dei voti, e il candidato principale dell'opposizione Bobi Wine è fermo al 28%, quando sono stati scrutinati i voti del 29% dei seggi elettorali. I risultati finali delle elezioni sono attesi entro sabato sera. La commissione elettorale ha detto che Museveni ha avuto finora 1,8 milioni di voti mentre Wine più di 820.000 nelle presidenziali di giovedì. Wine ha denunciato brogli e rivendicato la vittoria.
Musuveni, 76 anni, è in cerca del suo sesto mandato dopo aver più volte modificato la Costituzione per restare al potere: Wine, ex rapper diventato politico, ha più volte denunciato il tentativo di escluderlo dalla competizione elettorale.
di
Raffaella Scuderi
Nei giorni scorsi, con l'avvicinarsi dell'appuntamento elettorale, è stato evidente il timore dell'autoritario patriarca per il 38enne deputato e la sua popolarità, conquistata negli ultimi dieci anni grazie a ritmi reggamuffin e video pieni di giovani donne avvenenti. Una notorietà usata di recente per far politica, in occasione, ad esempio, della lotta a un'impopolare tassa sui social. E con una denuncia all'Aja della repressione messe in atto da Museveni, un leader autoritario che si vanta di avere contribuito alla caduta del sanguinario dittatore Idi Amin Dada nel 1979, alla crescita economica del pur sempre povero Paese e alla lotta all'Aids.
Da mercoledì l'accesso a internet è stato possibile solo a singhiozzo in Uganda e dal giorno prima le autorità hanno oscurato ufficialmente reti sociali e grandi piattaforme di messaggistica: un enorme black-out di comunicazione giunto al termine di una campagna elettorale funestata da intimidazioni, arresti e disordini con diverse decine di morti.
Robert Kyagulanyi, questo il vero nome di Wine, è stato arrestato più volte dal 2018 e di recente è stato trascinato in tribunale con l'accusa di aggirare le norme anti-Covid. Nelle ultime ore ha denunciato l'arresto di diversi rappresentanti di lista del suo partito. "M7", questo il soprannome del presidente, è al potere da 35 anni e non parla mai di successori nonostante solo due capi di Stato lo superino in Africa per longevità politica: Teodoro Obiang Nguema in Guinea Equatoriale e Paul Biya in Camerun.
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