Sei mesi di carcere per coloro che il 15 aprile 2011 occuparono l'ex cinema Palazzo a San Lorenzo e che erano presenti in occasione dei tentativi di sgombero. La richiesta del pm al collegio della Seconda sezione penale del tribunale di Roma riguarda 12 persone che furono identificate dalla polizia municipale, e cioè l'allora segretario romano del pd, Marco Miccoli, l'attrice Sabina Guzzanti, l'allora consigliere capitolino di Roma in action, Andrea Alzetta, il consigliere municipale di 'La sinistra arcobaleno', Fabiano Rosario, l'ex consigliere capitolino di sinistra, Nunzio D'Erme, l'esponente dei movimenti per il diritto all'abitare, Simona Panzino, e ancora Stefano Zarlenga, Guido Farinelli, Fulvio Molena, Ilenya Caleo, Ciro Colonna e Francesco Raparelli.
"Non ci possono essere dubbi sulla condotta tenuta dalle persone imputate nè sulla loro identificazione che riguarda solo poche persone tra tutte quelle che hanno concorso in questo reato", ha spiegato alla presidente Emilia Conforti il pm, riferendo la ricostruzione dei fatti della dirigente della polizia municipale, Rosa Mileto, che quel giorno intervenne.
"Ci ha parlato di 100/150 persone presenti, non vennero tutte identificate perchè la questura consigliò diversamente per evitare di provocare disordini e una situazione di tensione che fin lì fu contenuta".
L'esponente della Procura di Roma ha riconosciuto che quell'occupazione non fu "un'attività volta a un fine criminale, perchè si voleva destinare il bene a un uso sociale 'culturale' e non vi fu violenza. Si tratta probabilmente quindi della commissione di un reato nell'ambito di un'attività 'positiva' ma questo non toglie nulla alla sussistenza del reato".
Alessio Palladino, legale della Camene S.P.A (società allora locataria dell'ex cinema Palazzo), ha chiesto una provvisionale di 250mila euro su un danno totale stimato in 1,6 milioni di euro: "gli occupanti sapevano che l'ex cinema Palazzo non era un casinò ma un teatro alla berlinese già pronto per l'utilizzo. Di questo ne deve rispondere maggiormente Sabina Guzzanti, principale imputata e principale protagonista di questa occupazione: offrendo una 'copertura' mediatica che per molto tempo ha interessato i maggiori tg nazionali – ha detto- la Camene spa. è stata additata come società operante in ambiti mafiosi e con connivenze con soggetti con precedenti penali. Questa è stata la più grande opera di mistificazione e disinformazione mai vista in un processo".
Le difese devono ancora terminare i propri interventi nelle prossime udienze del 25 marzo e del 6 aprile quando ci sarà sentenza. E intanto è polemica. "Sei mesi di carcere per aver difeso un bene comune, il Cinema Palazzo. E' questa la richiesta dei Pm per gli attivisti che nel 2011 misero al centro l'interesse pubblico contro la speculazione privata. Nel nosto Paese il conflitto, la disobbedienza, rischiano da tempo di essere annoverati tra problemi di ordine pubblico, dentro il grande malinteso ideologico della sicurezza. – afferma Gianluca Peciola di Liberare Roma – Qui siamo al paradosso: chi si oppone alla speculazione e al malaffare, passa dalla parte dell'imputato. La politica tutta, quella che ha ancora a cuore lo Stato di diritto deve intervenire, perchè queste persone non restino sole, perchè non si compia uno scempio costituzionale, perchè difendere i beni comuni diventi progetto di società non oggetto di reato”.
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