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Nega pacchi aiuto agli stranieri, agli arresti sindaca leghista del Vercellese

Distinguevano tra "Figli e figliastri" nel distribuire i pacchi alimentari per aiutare le famiglie messe in ginocchio dalla pandemia. Il gip del tribunale di Vercelli ha disposto l'arresto per il sindaco di San Germano Vercellese, Michela Rosetta, esponent della Lega e il consigliere comunale Giorgio Carando. Ad entrambi i carabinieri della compagnia di Vercelli questa mattina hanno notificato l'ordine di misura cautelare ai domiciliari. Altre tre le misure cautelari disposte dal pm Davide Pretti: per Maurizio Bosco, consigliere comunale ed ex vicesindaco è stato disposto l'obbligo di firma, stessa misura per un dipendente comunale di 62 anni un altro cittadino di 49 anni. Le accuse sono a vario titolo quelle di peculato, falsità materiale e falsità ideologica in atto pubblico commessa dal pubblico ufficiale, abuso d'ufficio e distruzione di beni sottoposti a vincolo culturale. La sindaca è anche accusata di aver discriminato una donna musulmana che aveva chiesto che nei pacchi alimentari non le fossero inviati prodotti che lei e la sua famiglia non potevano consumare per motivi religiosi: quella richiesta l'aveva fatta finire in fondo alla lista delle famiglie da aiutare e la donna non aveva più ricevuto i pacchi. Per questo il tribunale contesta a Rosetta l'aggravante della discriminazione e odio razziale.

Il municipio

Le indagini sono state coordinate dalla procura di Vercelli e condotte dalla sezione operativa del nucleo operativo dei carabinieri di Vercelli, sono iniziate dopo la testimonianza di uan dipendente comunale che aveva raccontato il modo in cui venivano gestiti i pacchi alimentari acquistati dal comune di San Germano Vercellese con i fondi del ministero per l'emergenza Covid per i cittadini che si trovavano in difficoltà. Le indagini, condotte tra febbraio e novembre dell'anno scorso, anche tramite intercettazioni telefoniche e microspie, hanno fatto emergere le condotte illecite degli amministratori.

Mazzancolle e capesante con i soldi per i poveri, polemiche per la scelta della sindaca leghista di San Germano Vercellese

di JACOPO RICCA


Gli investigatori hanno ascoltato, con le microspie, quello che avveniva nel magazzino dove il comune custodiva le derrate alimentari. I pacchi non venivano distribuiti secondo un criterio di reale necessità dei destinatari. Sindaco e consigliere vengono intercettati mentre ammettono di fare "figli e figliastri" e decidono a chi consegnare il "pacco da sfigati", quello con meno prodotti e a chi i pacchi più ricchi. Con questo sistema sono rimasti esclusi dagli aiuti anziani non autosufficienti con redditi modestissimi, mentre hanno beneficiato degli aiuti persone con un reddito oltre i 7mila euro, fissato come tetto per avere accesso al sostegno.

La procura contesta agli amministratori del Comune anche l'acquisto l'acquisto, con fondi pubblici, di generi alimentari non essenziali, come mazzancolle tropicali e capesante. Carando è anche accusato di aver preso per se e per i propri famigliari alcuni dei prodotti in magazzino destinati ai bisognosi. Gli investigatori che hanno acceso i riflettori sui conti del piccolo comune del Vercellese hanno anche scoperto irregolarità nell'acquisto di circa 2000 mascherine, comprate dal Comune da una ditta campana che risulta legata per ragioni professionali a Carando anche se in comune era arrivato un preventivo più vantaggioso da parte di un'altra azienda per lo stesso tipo di prodotto.

Le investigazioni hanno riguardato una vicenda che a febbraio aveva sollevato polemiche:l'abbattimento della ex Chiesa del Loreto di San Germano Vercellese, sottoposta a vincolo da parte della Soprintendenza ai Beni Culturali. La chiesa fu demolita su disposizione del primo cittadino, alla presenza dell'allora vicesindaco, Maurizio Bosco, e assessore, Giorgio Carando, in quella che venne all'epoca indicata come una scelta necessaria, adottata nell'emergenza scaturita dal crollo di una porzione della facciata principale dello stabile, avvenuto nel corso della messa in sicurezza da parte della ditta incaricata dallo stesso Comune. Dall'esito degli accertamenti degli investigatori, risulta invece che tale iniziale crollo è stato appositamente procurato, in accordo con la ditta incaricata, proprio allo scopo di giustificare la conseguente immediata demolizione dello stabile, così da arrecare un grave danno alla Soprintendenza.

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