Dietro la decisione di Matteo Renzi di aprire ufficialmente la crisi di governo potrebbe esserci una questione di pura strategia politica. Come spiega Italia Oggi in molti ritengono che il l'ex rottamamatore abbia deciso di portare a termine lo "strappo" per fermare le ambizioni di Giuseppe Conte che, almeno secondo voci, sarebbe pronto a fondare un partito. Il nuovo movimento, infatti, potrebbe puntare allo stesso elettorato centrista di Iv. Se così fosse per il leader di Italia viva sarebbero guai. A supporto di tale tesi vi sarebbe una controprova. Gli attacchi indirizzati al premier sono divampati proprio mentre da settimane si intensificavano le voci di un partito contiano.
In altre parole, per autorevoli membri della maggioranza il senatore, pur sapendo di rischiare, avrebbe giocato d'anticipo per tagliare le gambe alla futura lista del presidente del Consiglio. Di elezioni anticipate, però, non si parla. Sono in molti a temere il ritorno alle urne: tra questi Iv e M5s i cui numeri, secondo i sondaggi, non sono particolarmente brillanti.
Nel Pd sono convinti che lo stesso Renzi punta a un governo istituzionale con dentro anche i partiti dell'opposizione anche in chiave anti-dem. "Prima ha fatto fuori Conte, e poi, in questo modo, vuole annientare il Pd", avrebbero detto dal Nazareno. Sempre secondo Italia Oggi il gruppo dirigente è conscio del pericolo che comporterebbe una simile decisione e quindi si mantiene lontano da questa strada: "Sicuramente ci saranno nostri parlamentari che, per paura del voto a giugno, appoggerebbero anche un governo tecnico. Ma la politica è più forte dei destini dei deputati", "E noi- hanno proseguito- in un governo con gli amici di Donald Trump come sono Matteo Salvini e Giorgia Meloni, con quelli con le corna e le pelli, tanto per capirci, non ci possiamo stare".
La crisi ha risvolti ancora ignoti. L'intervento dei "responsabili" potrebbe aiutare ad uscire dall'impasse. Ma dopo il faccia a faccia con Sergio Mattarella è stato lo stesso Conte a sottolineare che il governo, per avere una solida maggioranza, "non può prendere un voto qua e là".
Se tutto dovesse andare male, allora sarebbe possibile il ritorno alle urne, magari a giugno. Il problema è che comunque vada servirà un governo, anche per arrivare all'inizio dell'estate. E poi "sarà difficile fermare un governo nella pienezza dei poteri", hanno riconosciuto i dem che sarcasticamente hanno evidenziato che "i governi non hanno la scadenza come lo yogurt". Non si può escludere, quindi, che l'ipotetico governo "traghettatore" possa, poi, continuare a lavorare fino a fine legislatura. Con soddisfazione, forse, di molti.
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