AGI – Undici ex operai che nel 2019 hanno rilevato l'azienda in cui lavoravano, unendosi in cooperativa, oggi vogliono rilanciare il settore della ceramica, a partire da un brevetto depositato al Ministero dello Sviluppo economico: il piatto capace di respingere il 99,9% dei batteri. Un'idea made in Umbria che arriva dalla cooperativa Ceramiche Noi di Città di Castello, in crisi con il calo degli ordinativi post lockdown.
Gli operai dell'ex Ceramisia, che meno di due anni fa hanno acquistato per 180 mila euro i macchinari utilizzati dalla vecchia proprietà, hanno mantenuto il 90% dei clienti dell'ex azienda, in gran parte statunitensi, e sono ripartiti con la produzione, ma come ogni azienda si trovano ora a fare i conti con la crisi dovuta all'emergenza sanitaria.
Così hanno deciso di puntare sulla ricerca e sulle nuove esigenze imposte dalla pandemia. Anche grazie anche alla collaborazione dell'Università di Perugia e del partner Gemica, hanno ottenuto una certificazione di laboratorio per il 'piatto antibatterico' unico nel suo genere e pensato sia per i consumatori privati che per la grande catena della distribuzione di catering, hotel e ristorazione. Le proprietà antibatteriche sono conferite al piatto tramite una patina micro-puntinata bianca impercettibile all'occhio umano. Una tecnologia simile finora era stata messa a punto a freddo su piatti che nel tempo perdono la loro efficacia, ma è la prima volta che si testa una marchiatura a caldo che trasmette alla stoviglia la particolarità a vita.
“Il deposito di questo brevetto – dice Lorenzo, responsabile commerciale dell'azienda- è un traguardo e un nuovo punto di partenza, un trampolino di rilancio verso un mondo del lavoro incerto ed insidioso”. Il piatto si rivolge soprattutto a chi vuole sostituire l'usa e getta e ridurre rifiuti e imballaggi. “Un risparmio considerevole – spiegano dall'azienda – anche per le aziende, che così non saranno soggette alla plastic tax, oltre che una boccata d'ossigeno per l'ambiente, dato che ogni anno una famiglia consuma 250 kg di plastica in media”. Prodotti simili venivano utilizzati nella ceramica dei servizi igienici, ma adesso potranno essere usati non solo su qualsiasi oggetto da tavola liscio (piatti, pirofile, bicchieri, vassoi), ma anche sui piatti decorati.
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