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Ricorso al Tar contro l’ordinanza dell’Emilia-Romagna che ha rinviato l’apertura delle superiori

Per la riapertura di licei e istituti ora la battaglia diventa legale. È stato notificato alla Regione il ricorso al Tar dell’Emilia- Romagna che impugna l’ordinanza numero 3 dell’ 8 gennaio in cui viene decisa la chiusura delle superiori sino a sabato 23 gennaio. Ricorso che in Lombardia, invece, è già stato accolto, con l’ordine di riaprire le scuole già da domani se sarà possibile. L'Emilia-Romagna aveva seguito la stessa strada del governatore Fontana posticipando il rientro.

«Ci sono promesse non mantenute, la delusione è profonda» spiega l’avvocata Milli Virgilio, ex assessora comunale alla scuola, che firma l’atto con gli avvocati Laura Dal Pra e Marco Sforzi. I ricorrenti sono 21 genitori, a nome dei figli minorenni, delle scuole Arcangeli, Aldini, Copernico, Fantini di Vergato, Fermi, Galvani, Minghetti, Righi. Il provvedimento sarà depositato oggi al tribunale amministrativo al quale, in prima istanza, si chiede di intervenire con urgenza per ripristinare l’apertura. Il decreto del Governo, in vigore dall’ 11 al 16 gennaio, la dispone almeno al 50%.

"Fateci tornare a scuola"

«Noi distinguiamo i due periodi: rispetto a quello sino al 16 diciamo che la Regione ha violato il decreto – spiega Milli Virgilio – per il periodo successivo invece non c’è copertura normativa, dunque dal 16 le scuole vanno riaperte e basta. Oltre a varie violazioni sosteniamo anche che è stato leso il diritto all’istruzione, perché è l’istituzione scuola che garantisce l’istruzione con la presenza. In ogni caso le Regioni non hanno competenza sul definire la presenza a scuola». Inoltre viene contestato un difetto di istruttoria dell’ordinanza regionale. «Le motivazioni sono totalmente carenti. Hanno fatto un provvedimento solo per la scuola secondaria superiore: devono spiegare sulla base di quali dati hanno fatto questa scelta, perchè solo le superiori vengono chiuse e non altri settori oppure perché non si sono attuate altre soluzioni come i doppi turni. Si è chiuso e basta» .

Zaini vuoti davanti a licei e istituti: "Siamo stanchi, ridateci i banchi"

Nuova protesta davanti alle scuole superiori per chiedere una riapertura in sicurezza. I ragazzi: "Almeno per uno-due giorni a settimana fateci tornare in classe. Siamo stanchi, ridateci i banchi" foto di Gianluca Perticoni (Eikon)
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L’ordinanza fa riferimento a una nota della direzione generale Salute e Welfare della Regione sull’andamento dell’epidemia tra 28 dicembre e 3 gennaio. «Ma la nota sollecita solo l’adozione di ogni ulteriore misura di mitigazione, non parla delle superiori – spiegano i legali in più si fa riferimento all’esame della situazione dei contagi in una settimana in cui la scuola era chiusa. Da dove viene dunque questa scelta?».

Insomma, mentre domani alle 17.30 la protesta arriverà sotto gli uffici del governatore Stefano Bonaccini, in viale Aldo Moro, si apre il contenzioso legale. Gli studenti delle superiori stanno facendo didattica a distanza dal 23 febbraio scorso, con una presenza in aula solo dal 14 settembre al 25 ottobre.

Genitori e studenti davanti a licei e istituti: "Basta Dad"

di

Ilaria Venturi


«Se c’è qualcuno che non ha contribuito alla curva dei contagi sono proprio le superiori» . Milli Virgilio ha partecipato anche al gruppo di legali che fecero ricorso contro la chiusura delle medie (poi riaperte) in Umbria. «Il timore che si possa andare avanti sino a giugno c’è. Vogliamo cercare di dare voce alle esigenze dei ragazzi, che contano meno di altri – spiega Andrea Lassandari, docente di diritto del lavoro, tra i genitori ricorrenti – In un mondo in cui ci sono interessi chiari, gruppi di pressione diffusi, perché il covid ha messo in difficoltà tutta la società, l’unico modo per far sentire le proprie ragioni è farle presenti in tutte le sedi possibili».

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