Se oggi dici "Grande Fratello" quasi tutti pensano a un format tv e non al suo 1984, però – come ricorda Marco Cicala nel servizio di copertina del Venerdì in edicola domani – George Orwell resta un autore lettissimo, un simbolo per le tribù politiche più disparate: anarco-conservatori, eco-ascetici, cacciatori di fake, fustigatori delle élite cosmopolite, castigatori del neo-puritanesimo censorio, distopisti apocalittici, grandi inquisitori dell’economia digitale e dei suoi Big brothers Google, Amazon, Facebook… Non stupisce quindi che, a 71 anni dalla sua morte, scaduti i diritti d'autore, le librerie siano inondate da un profluvio di nuove traduzioni dei suoi classici: da appunto 1984 a La fattoria degli animali passando per Omaggio alla Catalogna. Cicala racconta lo scrittore: "uomo frugale, pacifico ma non pacifista, con un debole per il tabacco nero, le stufe a carbone, la luce delle candele e le poltrone comode, amante di giardinaggio e orticoltura e allergico alla vita metropolitana". Simonetta Fiori ricostruisce invece come, fra scomuniche, dubbi e riabilitazioni, il Partito comunista italiano lo abbia letto (e sofferto). E Antonello Guerrera intervista Richard Blair, figlio adottivo di Orwell, che parla di un padre "adorabile" e protettivo e di quella volta che, in mare, gli salvò la vita.
Inoltre, sempre sul "Venerdì" di domani, un reportage di Giovanni Porzio è un viaggio nell'inferno del Burkina Faso, dove con le stragi nei villaggi, le scuole chiuse e un milione di disperati in fuga, la jihad è sempre più forte. Nino Frassica si racconta invece in un'intervista (semi)seria (in anteprima sul nostro sito) a Francesco Merlo. Le sue parole storpiate? Un gioco per far ridere, certo, ma anche un modo per smontare i luoghi comuni in nome della "veritàne".
Infine una novità: la storica rubrica Questione di cuore allarga i suoi confini per abbracciare le Questioni (non solo) di cuore. Natalia Aspesi spiega perché: "In questi interminabili mesi abbiamo dovuto cambiare anche lo sguardo sulla vita e su di noi… Abbiamo dovuto mettere alla prova abitudini acquisite, accorgerci di quelle sopravvalutate, riscoprire quelle accantonate o dimenticate…". Anche tutto questo ci sta a cuore. E vale la pena parlarne.
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