Ci sono divorzi che rendono le famiglie più felici dei matrimoni. È il caso dell'addio fra l'Inter e Mauro Icardi, che per sei lunghi anni hanno incrociato le loro vite, fra sogni, gol (tantissimi quelli dell'argentino), delusioni e liti furiose. Si sono lasciati e oggi sono entrambi più felici.
Trofei per Mauro
È passato quasi un anno e mezzo da quei primi giorni di settembre 2019 in cui Maurito fu annunciato come nuovo giocatore del Paris Saint Germain, inizialmente in prestito, poi a titolo definitivo per 50 milioni. Facendo oggi il bilancio di quell'addio, è evidente che sia convenuto a entrambe le parti. Al giocatore anzitutto. A Parigi, pur essendo spesso fermato da infortuni, ha vinto in 16 mesi quei trofei che a Milano gli erano sempre sfuggiti: un campionato francese, una Coppa di Francia, una Coppa di Lega francese e due Supercoppa, la seconda alzata ieri contro il Marsiglia, con tanto di gol segnato e rigore procurato da parte dell'argentino.
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Lukaku per l'Inter
Per l'Inter la decisione di cedere Icardi è stata la condizione sine qua non per l'arrivo a Milano di Romelu Lukaku, sempre più centrale e insostituibile nel progetto nerazzurro. Per vincere contro la Fiorentina, negli Ottavi di Coppa Italia, ieri Antonio Conte lo ha dovuto mettere in campo a gara in corso, nonostante all'inizio avesse deciso di risparmiarlo. Come quasi sempre accade, il centravanti belga ha fatto il suo dovere: gol al penultimo minuto del secondo tempo supplementare, e qualificazione ai quarti. Big Rom, leader e totem dell'Inter contiana, fu presentato in agosto, un mese prima che Maurito salutasse.
Un amore impossibile
Il rapporto fra Icardi e l'Inter ha vissuto si alti e bassi. Prima la luna di miele, con tanto di doppia incoronazione per Maurito come capocannoniere. Poi le troppe amarezze vissute insieme, fra cui le eliminazioni dalle coppe europee, arrivate in modo rocambolesco. Infine, dopo l'elezione dell'argentino a capitano, lo strappo di inizio 2019: le liti in spogliatoio, la fascia ritirata, il rifiuto del giocatore di giocare, la pace armata con Spalletti e l'inevitabile epilogo. Senza Icardi, l'Inter ha centrato il secondo posto in campionato, miglior risultato da un decennio. L'attaccante, dal canto suo, si è abituato al sollevamento coppe, disciplina che all'Inter non faceva parte del programma atletico.
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di
Franco Vanni
Pochettino e Conte ringraziano
Chi grazie a Icardi ha potuto festeggiare il primo trofeo in carriera è Mauricio Pochettino, argentino come lui, da inizio anno nuovo allenatore del club parigino in sostituzione di Tuchel. I due si sono abbracciati e si preparano a vincere ancora insieme. Di certo Icardi, che al Psg finora ha giocato tutto sommato poco causa infortuni, ci spera, pronto a risalire le gerarchie in squadra. A Milano intanto Conte coccola Lukaku, fresco di vittoria come miglior giocatore belga. È sulle spalle large del numero 9 che l'Inter si appoggia nel tentativo di contendere lo scudetto alla Juve. Cruciale sarà la sfida di domenica a San Siro. La squadra di Pirlo è una di quelle a cui Icardi ha segnato più gol in carriera: 8 in 11 partite ufficiali. Contro la rivale di sempre, invece, Lukaku insegue il primo centro.
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