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Covid, cosa fare per vaccinarsi: da febbraio over80 e pazienti fragili poi gli insegnanti

LE VACCINAZIONI sono ormai iniziate dalla fine dell'anno. Il 27 dicembre 2020, il cosiddetto 'Vaccine day', ha segnato il via alla campagna contro il Covid-19 in Italia e in Europa. A fine dicembre Claudia Alivernini, infermiera 29enne dello Spallanzani di Roma, ha ricevuto la prima dose e poco dopo ha eseguito la vaccinazione ad alcuni colleghi. E in questi giorni centinaia di medici e infermieri hanno ricevuto la tanto attesa immunizzazione.

Medici e infermieri

A oggi non è possibile di richiedere di essere vaccinati. Solo gli operatori sanitari, dipendenti e ospiti delle residenze sanitarie assistenziali (Rsa) possono avere l'immunizzazione. L'idea è stata quella di coinvolgere coloro che corrono un rischio più elevato di infezione e di trasmetterla a pazienti 'fragili' in contesti sanitari e sociali. 'Proteggere' i professionisti impegnati in prima linea aiuta inoltre a mantenere la tenuta del servizio sanitario. Anche gli ospiti delle Rsa, già pesantemente colpiti da Covid-19, sono considerati ad alto rischio di malattia grave a causa dell’età avanzata, della presenza di più comorbidità e della necessità di assistenza per alimentarsi e per vivere la quotidianità. Per questo sono stati inseriti nella prima categoria di persone da vaccinare.

In un secondo momento verrà coinvolto il resto della popolazione. Tutte le persone che stanno ricevendo l'immunizzazione dovranno inoltre ricevere una seconda dose del vaccino Pfizer-Biontech a 21 giorni di distanza dalla prima.

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Dove vaccinarsi

Nella fase iniziale della campagna è prevista una gestione centralizzata della vaccinazione, in ospedali o strutture sanitarie e utilizzando di unità mobili per raggiungere coloro chi non si può spostare. Con l’aumento della disponibilità dei vaccini, anche quelli di più facile conservazione e utilizzo, potranno poi essere realizzate campagne su larga scala in centri vaccinali organizzati ad hoc. Oltre alle unità mobili, è previsto il coinvolgimento di ambulatori territoriali, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, sanità militare e medici delle aziende.

Dopo i medici gli over 80

La seconda categoria che riceverà l'immunizzazione è quella degli over 80 che dovrebbe accedere alla campagna nel mese di febbraio. Verranno coinvolti i medici di famiglia ai quali andrà fatta la richiesta. Gli anziani dovranno contattare gli studi medici per ricevere l'immunizzazione probabilmente direttamente lì. Le unità mobili Uscar dovranno invece occuparsi delle vaccinazioni a domicilio delle persone non autosufficienti.

In questi primi mesi in tutto dovranno vaccinarsi 1,4 milioni di operatori sanitari, 570.000 tra personale e ospiti delle Rsa e 4,4 milioni di anziani con più di 80 anni.

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Tra 60 e 79 anni

Da marzo la campagna vaccinale si rivolgerà invece a coloro che hanno compiuto 60 anni e che non ne hanno compiuti ancora 80 e ai pazienti con comorbidità gravi. Anche per queste categorie sarà necessario fare richiesta al medico di base.

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Insegnanti e lavoratori di servizi essenziali

Dopo marzo ed entro il mese di settembre, con l'aumento delle dosi di vaccino disponibili, si passerà a vaccinare le altre categorie fra i quali gli gli insegnanti e di tutti quei lavoratori che prestano servizi essenziali. Fra queste anche le forze dell'ordine, il personale delle carceri e delle comunità. Per tutte le categorie elencate anche chi è stato positivo dovrà farsi vaccinare.

Sotto i 60 anni

Resta da capire cosa accadrà per le persone di meno 60 anni. Dovranno aspettare il mese di settembre-ottobre, ma a quel punto si tratterà di una vaccinazione di massa che oltre agli studi di medicina generale e agli ambulatori territoriali, non è escluso che si pensi anche alle farmacie come avviene già oggi con i tamponi. Mentre al momento non è stata prevista un'immunizzazione sotto i 16 anni, perché bambini e ragazzi fino a quell'età sono considerati una categoria meno a rischio.

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