La situazione nel mondo: grafici e mappe
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I guariti dal Covid-19 superano quota 50 milioni
Ha superato quota 92 milioni il numero dei casi di contagio da Covid-19 registrati nel mondo dall'inizio della pandemia, di cui oltre 50 milioni guariti. Lo si apprende dai dati dell'università americana Johns Hopkins, secondo la quale i decessi legati al nuovo coronavirus sono stati finora quasi 2 milioni (1.974.091). Il Paese più colpito al mondo in termini assoluti dal Covid-19 restano gli Stati Uniti, con oltre 23 milioni di contagi e oltre 384 mila morti. Seguono l'India e il Brasile.
In Cina primo decesso dopo otto mesi
La Cina ha annunciato il primo decesso dovuto a coronavirus degli ultimi otto mesi. Il Paese ha registrato ieri 138 nuovi casi di Covid-19, toccando i massimi da marzo 2020. Secondo la Commissione sanitaria nazionale le infezioni domestiche sono state 124 e quelle importate 14. I nuovi contagi domestici sono in gran parte concentrati nella provincia di Hebei (81) e in quella settentrionale di Heilongjiang (43), che da ieri è in stato di emergenza. Intanto, è giunto a Wuhan il team dei 10 esperti internazionali dell'Oms che dovrà, con gli scienziati cinesi, lavorare per ricostruire l'origine del virus.
Ricerca britannica: "Guariti dal Covid immuni per almeno 5 mesi"
Gli operatori sanitari che sono guariti dal Covid-19 sono ampiamente protetti contro l'ammalarsi di nuovo per almeno cinque mesi. Lo sostiene uno studio britannico anche se i ricercatori avvertono che alcune persone potrebbero ancora trasportare e trasmettere il virus. I ricercatori dello studio Siren della Public Health England hanno rilevato 44 potenziali reinfezioni su 6.614 partecipanti, che erano già risultati positivi agli anticorpi in un periodo di cinque mesi tra giugno e novembre 2020. Nel loro primo rapporto pubblicato – che non è stato ancora sottoposto a peer review – gli autori hanno affermato che questo rappresenta un tasso di protezione dell'83% dalla reinfezione. Ma hanno avvertito che, sebbene gli anticorpi possano conferire una certa protezione dall'ammalarsi di Covid-19, le prime prove della fase successiva dello studio suggeriscono che alcuni di questi individui portano alti livelli di virus e potrebbero continuare a trasmetterlo ad altri.
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