Le dieci città candidate a capitale della cultura 2022 sono pronte per la selezione: Ancona, Bari, Cerveteri, L’Aquila, Pieve di Soligo, Procida, Taranto, Trapani, Verbania e Volterra in queste ore competono per aggiudicarsi il titolo presentando i loro progetti. Né la pandemia né la crisi di governo hanno infatti fermato i lavori della Commissione di esperti nominata dal Mibact e presieduta dal professor Stefano Baia Curioni. La giuria oggi e domani è impegnata ad ascoltare ciascuna proposta e lunedì 18 gennaio comunicherà al ministro Dario Franceschini il nome della città vincitrice.
In un periodo in cui le relazioni sono forzatamente cambiate, i 10 progetti sembrano accomunati proprio dal desiderio di dialogo: con la natura e il paesaggio, con i sogni, il futuro, l’acqua, l’uomo. Non a caso la candidatura di Ancona si intitola “La cultura e l’Altro”, inteso come porto, luogo di incrocio, conoscenza e scoperta. “A oggi – spiegano i promotori del dossier – la cultura è chiamata a occuparsi della coesione, della differenza, della civiltà e Ancona, che nasce e si sviluppa in funzione dell’altro, offre un terreno fertile di scambio e di produzione di nuovi contenuti e nuove mappe attraverso progetti che guardano all'accessibilità, alla sostenibilità, alla tutela, ai giovani e al dialogo tra le discipline. Gli eventi presentati sono suddivisi in un percorso composto da tre macrosezioni: Altro come incontro, Altro come trauma e Altro come cura.
Per la città di Bari, il rapporto da valorizzare è invece quello con il mare. Con 300 appuntamenti in programma “La cultura vien dal mare” vuole declinare 6 concetti, ispirati alla storia di San Nicola: il sacro, la luce, il mare, l’oriente, il dialogo, il femminile. Il mare è protagonista anche de “La cultura non si Isola”, il progetto presentato da Procida che si propone come “capitale esemplare di dinamiche relazionali, di pratiche di inclusione nonché di cura dei beni culturali e naturali”, si legge nella presentazione del dossier.
Il dossier di Cerveteri invece cerca di andare “Alle origini del futuro” proponendosi come centro di sperimentazione di modelli innovativi di governance della cultura a livello locale. Partendo dalle sue radici etrusche, vuole aprirsi a un futuro che parli di sostenibilità, accessibilità e partecipazione civica. Anche L’Aquila guarda al futuro, ma a partire dal suo rapporto con il trauma causato dal terremoto del 2009. Con “La cultura lascia il segno” la ferita che percorre il ventre di questa terra diventa l’opportunità di raggiungere quattro obiettivi: ripopolare la città e riannodare il tessuto e le relazioni sociali, promuovere un nuovo modello di sviluppo e benessere a partire dalla cultura, diventare un centro di riferimento a livello europeo sulla resilienza dopo una catastrofe e formulare una strategia di sviluppo utile alle realtà italiane simili al capoluogo abruzzese.
Pieve di Soligo in provincia di Treviso, invece sogna il paesaggio: i progetti del dossier invitano infatti a “paesagire” ovvero a mettere in atto azioni che moltiplicano e creano le reti culturali presenti nel territorio e strettamente legate al paesaggio che le circonda. Simile l’idea alla base del progetto di Verbania, sul Lago Maggiore, che intende mettere a sistema le eccellenze culturali del territorio facendo emergere il loro legame inscindibile con l’eccezionalità ambientale e paesaggistica del lago, attraverso il filo conduttore dell’acqua.
La sfida di Taranto è invece all’insegna della trasformazione radicale: “La cultura cambia il clima” si propone come un laboratorio nazionale di resilienza e sostenibilità, dove la cultura è l’elemento che può sospingere la rinascita socioeconomica e ambientale della città. A una fabbrica completamente diversa da quella di Taranto pensa la città di Trapani: nel dossier l’hanno chiamata la fabbrica della creatività e gli eventi in programma puntano a trasformare la città nella “Capitale italiana delle culture euro mediterranee”. Infine il progetto di Volterra, in provincia di Pisa, parla di “Rigenerazione umana”. Spiegano i promotori: “Il tema, scelto prima della diffusione del virus Covid-19, si rivela oggi più che mai di straordinaria attualità e utile a costruire una nuova comunità a partire dalle sfide che la pandemia ci impone”.
Per ascoltare l’illustrazione di ciascuna candidatura di fronte alla Commissione, si può andare sul canale Youtube del Mibact.
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