Niente "game over", almeno per ora. Al momento c'è soltanto un'astensione. Quella di Italia Viva durante il Consiglio dei ministri che si è concluso poco prima dell'una, dedicato al Recovery plan. Doveva essere una riunione ad alta tensione e così è stata, con duri scontri tra le ministre del partito di Matteo Renzi da una parte e il premier Giuseppe Conte e gli altri alleati di governo dall'altra, soprattutto sul mancato utilizzo del Mes e sul numero di vittime causate dal coronavirus in Italia. La crisi, però, non è ancora stata formalmente aperta, né le ministre renziane si sono dimesse: "In mattinata decideremo e nel pomeriggio lo comunicheremo alla stampa", spiega il leader di Iv Matteo Renzi.
Italia Viva ha riconosciuto i "passi fatti in avanti" nell'ultima versione del piano di investimenti. Ma, hanno evidenziato le esponenti di Iv, "rimangono troppe le criticità in un testo giudicato in drammatico ritardo sulle urgenze del Paese". Le ministre renziane Teresa Bellanova ed Elena Bonetti hanno anche tirato in ballo il Mes e l'elevato numero di vittime generato dal coronavirus in Italia. Due temi su cui si è aperto un aspro scontro con il premier Giuseppe Conte, ma pure con i ministri Pd. "Il Mes non è ricompreso nel Nex Generation quindi non è questa la sede per affrontare una discussione sul punto", ha tagliato corto il presidente del Consiglio. Che poi ha invitato Italia Viva a "non speculare sul numero dei decessi in Italia per invocare l'attivazione del Mes. Un accostamento che offende la ragione e anche l'etica. Se fosse un problema di finanziamenti, come mai allora la Germania, pur investendo il doppio sulla sanità di noi, si ritrova adesso con il doppio dei morti giornalieri?".
di
Silvio Buzzanca
I ministri Dem hanno fatto quadrato attorno al premier: "Il Mes non ha nulla a che vedere con il programma Next Generation Eu" e anche se si decidesse di attivare il meccanismo di solidarietà europea "non avremmo a disposizione risorse per investimenti aggiuntivi", ha precisato il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. Semmai, è il concetto ribadito dal titolare del Tesoro, le risorse del Mes possono sostituirne altre già stanziate. Sulla stessa posizione pure i ministri Pd Francesco Boccia ed Enzo Amendola: "Il Mes non c'entra nulla, perché astenersi?", replicano alle colleghedi Iv. Respinte pure le critiche sui tempi lunghi per i ristori: "Non c'è alcun ritardo. Il varo del decreto ristori richiede infatti prima la richiesta alle Camere di scostamento di bilancio", ha chiarito Gualtieri. Sui numeri della pandemia è intervenuto il ministro della Salute (ed esponente di Leu) Roberto Speranza, che ha ricordato quanto fatto per contrastare la pandemia, anche in termini di risorse.
Alla fine il governo italiano ha comunque approvato il Recovery plan, un pacchetto di interventi da 222,9 miliardi. Un documento da 160 pagine che prevede, tra i vari ambiti di intervento, 46,18 miliardi per digitalizzazione e cultura, 68,9 per la rivoluzione digitale, 31,98 miliardi per le infrastrutture, 28,49 miliardi per l'istruzione, 27,62 miliardi per l'inclusione e la coesione (lavoro, famiglia, politiche sociali) e 19,72 miliardi per la salute. "Il consiglio dei ministri vara il Recovery Plan, il più grande piano di investimenti mai visto in Italia. Con le risorse europee ora il nostro Paese può cambiare davvero. È stato un gran lavoro, più importante d'ogni polemica. Ora via al confronto in Parlamento e nella società", scrive su Twitter il ministro Gualtieri.
di
Giovanna Casadio
Oggi è in programma la riunione in cui Italia viva deciderà se far dimettere o meno le proprie ministre. Il premier Conte sente aria di crisi e convoca un doppio Cdm, uno in serata sul nuovo dl anti-Covid (con lo stato di emergenza che potrebbe essere prorogato al 30 aprile), l'altro giovedì sul nuovo scostamento per i ristori di gennaio. Un modo per mettere in cassaforte i provvedimenti più cruciali per il Paese in questo momento. Poi, se le ministre di Iv si dimetteranno, per il premier si potrebbe davvero aprire la strada della conta e del sostegno dei Responsabili. "Sarà un governo Conte-Mastella e noi saremo all'opposizione o un esecutivo diverso", attacca Renzi. "Ci sono delle forze che vogliono contribuire nel segno di un rapporto con l'Europa e penso che al momento opportuno queste forze possano palesarsi", è la previsione ribadita da Goffredo Bettini, gran tessitore di questi giorni di pre-crisi. Mentre al premier, e al suo argine a un Conte-ter se Iv si sfilasse nelle prossime ore, una sponda arriva da Romano Prodi. "Conte ha fatto bene. A me sembra che Renzi abbia assolutamente lo stesso obiettivo di Bertinotti (nel Prodi I, ndr), cioè rompere", spiega l'ex presidente del Consiglio.
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