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Dal decreto Ristori un aiuto ai “sovraindebitati”: per chi non ce la fa arriva l'”esdebitazione”

ROMA – Mentre da Bruxelles si ragiona su una direttiva che rende più semplice la cessione dei crediti alle società di riscossione, in Italia invece la strada scelta dal Parlamento è quella di anticipare le norme principali del nuovo "Codice della crisi di impresa", che entrerà in vigore l'1 settembre. Si tratta di norme che vengono incontro alle famiglie e alle imprese cariche di debiti a tal punto da non essere più in grado di ripagarli. Non soltanto semplificazione delle procedure, ma addittura la possibilità di "esdebitazione", cioè di cancellazione del debito ma solo una tantum, per il debitore incapiente e "meritevole", sul quale graverà poi solo l'obbligo di restituire il dovuto se nei quattro anni successivi invece la sua situazione economica cambiasse e ne avesse quindi la possibilità.

Secondo dunque la legge 18 dicembre 2020 n.176, che contiene i quattro decreti legge "Ristori" varati di seguito lo scorso autunno dal governo, il debitore incapiente, che però non si ritrovi in questa condizione per sua colpa, o dolo, "persona fisica" (dunque non deve trattarsi di un'azienda) e "che non sia in grado di offrire ai creditori alcuna utilità, diretta o indiretta, nemmeno in prospettiva futura", può accedere all'esdebitazione solo per una volta, "fatto salvo l'obbligo di pagamento del debito entro quattro anni dal decreto del giudice laddove sopravvengano utilità rilevanti che consentano il soddisfacimento dei creditori in misura non inferiore al dieci per cento".

La l.176/2020 semplifica le procedure se la situazione di sovraindebitamento riguarda i componenti di una stessa famiglia: in questo caso si ha la possibiltà di presentare un’unica domanda, con il vantaggio che il giudice quindi determinerà un unico compenso da ripartire tra i membri, naturalmente "in misura proporzionale all’entità dei debiti di ciascuno".

Altra novità favorevole ai consumatori indebitati è la norma che sanziona gli intermediari finanziari che concedono credito senza aver prima verificato il merito creditizio: in definitiva, chi concede prestiti deve accertarsi che chi li riceve sia in grado di ripagarli mantenendo nello stesso tempo un tenore di vita dignitoso. La correttezza deve essere reciproca: vengono meno i benefici per il consumatore che "ha determinato la situazione di sovraindebitamento con colpa grave, malafede o frode", e l’accordo di composizione della crisi sarà inammissibile "se risultano commessi atti diretti a frodare le ragioni dei creditori".

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