Lo "Sposalizio della Vergine", forse l'opera più popolare tra quelle del giovane Raffaello Sanzio, fu dipinta nel 1504, quando l'artista aveva solo ventun anni: una pala d'altare, realizzata per la chiesa di San Francesco a Città di Castello, in provincia di Perugia. La tavola venne rimossa dalla sua sede originaria nel 1798 e oggi si trova esposta alla Pinacoteca di Brera a Milano.
Ma utilizzando una avveniristica tecnologia lo "Sposalizio" è tornato nella sua sede originaria, grazie ad una replica high tech dell'opera. Un intervento di ricontestualizzazione storico-artistico inedito: la stessa cornice dell'epoca, restaurata per l'occasione, ha accolto, 222 anni dopo, il perfetto clone della tavola, frutto di sofisticati processi di acquisizione e stampa 3D d'avanguardia.
L'operazione è stata realizzata dalla tech company novarese Haltadefinizione. Una azienda nata a Novara nel 2005 da un gruppo di amici appassionati di arte e di fotografia, e che è cresciuta in modo sorprendente nel tempo. A pochi mesi dal suo esordio, nel 2006, primi nel mondo, i "maghi" di Haltadefinizione pubblicarono una foto da 8,6 gigapixel di un'opera d'arte (la Parete Gaudenziana di Varallo Sesia), e l'anno successivo una ripresa da 16,1 gigapixel del Cenacolo di Leonardo, rimasta per anni l'immagine digitale più grande del mondo mai realizzata.
Haltadefinizione ha lavorato per l'editoria e il mondo media, ma soprattutto con musei e gallerie d'arte,ed è diventata un punto di riferimento per il ministero dei Beni culturali in campagne di restauro e valorizzazione di dipinti e opere d'arte. Nel 2017 Haltadefinizione è entrata a far parte del gruppo Franco Cosimo Panini editore, a cui si deve la nuova operazione sullo "Sposalizio" – un dono alla comunità tifernate e all'Umbria – che giunge a chiudere il 2020, anno delle celebrazioni per il Cinquecentenario di Raffaello, anticipando la mostra nazionale "Raffaello giovane e il suo sguardo" in programma a Città di Castello nel marzo 2021.
La straordinaria tecnica di ripresa – realizzata sull'originale a Milano – ha consentito di rappresentare fedelmente la pennellata materica di Raffaello, le linee di costruzione, i cretti e tutte le caratteristiche dell'opera. La riproduzione tridimensionale dello Sposalizio della Vergine è il risultato dell'elaborazione di una speciale immagine digitale in 'gigapixel+3d', tecnica che consente di ottenere esemplari digitali a elevata risoluzione dei dipinti.
Tramite l'unione e l'elaborazione di una grande quantità di singoli scatti fotografici a porzioni del medesimo soggetto – in questo caso 4250 fotogrammi – ricomposti grazie a speciali algoritmi, si ottengono immagini dettagliatissime, costituite da miliardi di pixel. Il procedimento utilizzato, sviluppato dal partner tecnologico Memooria, consente di fare una sorta di calco digitale dell'opera dando forma a un vero e proprio clone, visivamente identico all'originale, che si può ammirare a questo link.
E' grazie a questo procedimento esclusivo che è stato possibile generare il gemello in high definition dello Sposalizio della Vergine oggi collocato nella Chiesa di San Francesco a Città di Castello: a chi varcherà il suo portale sarà d'ora in poi resa una prospettiva del tutto analoga a quella che un visitatore della chiesa poteva cogliere nel '500.
rio della chiesa), impreziosita dall'evento inaugurale ideato e curato dal regista Giuseppe Sterparelli, con la facciata gotica della chiesa animata dalla proiezione delle immagini in ultra-definizione del dipinto e l'accompagnamento musicale della sinfonia del compositore Salvatore Sciarrino, modulata dalla Deuxième année de Pélerinage di Franz Liszt e dedicata proprio allo "Sposalizio" di Raffaello.