Ancora poche ore per scoprire l'epilogo di questa crisi di governo che di buon mattino il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, appena tornato dall'Arabia Saudita, definisce "inspiegabile" e "poco interessante sia per gli italiani che per l'estero". Non solo perché siamo "nel bel mezzo di una pandemia e dobbiamo fare il decreto ristori. Ma anche perché questo è l'anno in cui l'Italia presiederà il G20 e in Italia ci sarà la conferenza globale sulla salute", chiarisce l'ex vicempremier ad Agorà su Raitre. E spera in una ricomposizione dell'ultimo momento: "Queste sono ancora le ore per trovare un'intesa sui temi".
Governo sull’orlo della crisi. Oggi può scoccare l’ora X
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Giovanna Vitale
Il cronoprogramma della crisi è presto spiegato: questa sera alle 21.30 si terrà il consiglio dei ministri che approverà il Recovery plan, riveduto e corretto secondo i desiderata di Italia viva e inviato i partiti di maggioranza ieri sera, dopo che i renziani avevano brontolato per tutto il giorno sul ritardo dell'arrivo del testo. Una volta dato il via libera al Recovery, che verrà trasmesso al Parlamento e alle parti sociali (va inviato entro metà febbraio a Bruxelles). Matteo Renzi potrebbe ritirare le ministre di Italia viva, Elena Bonetti e Teresa Bellanova, che continua a dichiarare di essere pronta a dimettersi. A quel punto si aprirebbe ufficialmente la crisi, che nella migliore delle ipotesi sarà "pilotata". Che cosa significa? Che il premier Giuseppe Conte può salire al Colle per dare le sue dimissioni. Dopodiché il presidente Sergio Mattarella avvia un giro di consultazioni il più rapido possibile che potrebbe portare alla nascita di un Conte-ter, che dovrebbe concretizzarsi nel giro di 10 giorni. Di fatto, una sorta di rimpasto, con la sostituzione di alcuni ministri. A questo punto il premier potrebbe presentarsi alle Camere per ottenere la fiducia alla nuova squadra di governo.
maggioranza in bilico
Crisi di governo, il gioco a incastri del totoministri. Via Lamorgese, Guerini all'Interno e Rosato alla Difesa. Resistono Azzolina e Catalfo
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Giovanna Vitale
Ieri sera è arrivato anche il commento del dem Goffredo Bettini che sull'eventualità di fare entrare una parte di Forza Italia a sostegno della maggioranza di governo ha detto: "Non la vedo come un'eresia in questo momento, perché la parte liberale di FI è molto vicina a quello che pensa Renzi o Calenda" e "credo ci sia la voglia di costruire un polo liberale". Il Pd, in ogni caso, sconsiglia a Conte la sfida in aula, ovvero il tentativo di presentarsi in Parlamento per ottenere la fiducia all'attuale governo, senza dimissioni: la caccia ai "responsabili" non ha dato i frutti sperati e i numeri in Senato, tolti i senatori di Italia viva, non sarebbero sufficienti a sostenerlo.
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