Un testo chiuso del nuovo Dpcm ancora non c'è e non arriverà prima del 14 gennaio. È in corso il confronto fra governo e Regioni per mettere a punto il provvedimento che dovrà entrare in vigore il 16 gennaio. Dopodomani, il 13, il ministro della Salute Speranza illustrerà le misure al Parlamento e solo dopo questi passaggi si arriverà alla sintesi finale.
Tra i temi atterrati sul tavolo con le Regioni l'ipotesi, trapelata ieri dal vertice fra Conte e i capidelegazione di maggioranza, di far scattare automaticamente la zona rossa in base all'incidenza, ovvero se si superano i 250 casi settimanali ogni 100mila abitanti. Un tema già contestato dal presidente della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini: "Quel limite non l'ha chiesto nessuna Regione – ha detto – e, se volete la mia impressione, non entrerà fra quelli utilizzati per decidere la colorazione o lo spostamento delle Regioni".
Altra questione aperta è la stretta anti-movida con il presunto divieto dell'asporto dai bar a partire dalle 18 (per evitare aperitivi improvvisati in strada) e il blocco dello spostamento tra regioni anche nelle zone gialle, così come avvenuto dalle feste di Natale ad oggi.
Il nuovo Dpcm, nei bar niente asporto dopo le 18. Regioni chiuse, riaprono i musei
di
Giuliano Foschini
"Purtroppo più il colore tende al giallo, più la voglia di aperitivo esplode", sintetizza il sindaco di Firenze Dario Nardella, intervenendo a 'Caterpillar', su Radio 2.
L'Italia torna bicolore. Cosa si può fare da oggi a venerdì nelle regioni gialle e arancioni
di
Alessandra Ziniti
All'incontro con le Regioni, convocato dal ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, partecipa anche il ministro della Salute Roberto Speranza e i rappresentanti di Anci e Upi. Tra i governatori sono presenti Fontana, Bonaccini, Toti, De Luca, Marsilio, Toma e Spirlì.
Il governo intanto sta valutando la proroga, al 30 aprile, dello stato di emergenza in scadenza a fine gennaio, anche se sulla nuova data si sta ancora ragionando. Il principio ispiratore delle nuove misure, che dovrebbero valere per un mese o 45 giorni, sarà quello di andare verso una zona gialla rinforzata. Sembra esclusa l'ipotesi di week end sempre arancioni. Non dovrebbe cambiare la norma che prevede la possibilità una sola volta al giorno e per un massimo di due persone (oltre ai minori di 14 anni) di andare a trovare amici o parenti.
La zona bianca
Tra altre le ipotesi c'è quella di introdurre la zona bianca che per la verità con i numeri attuali difficilmente sarà raggiungibile da qualsiasi regione prima di febbraio-marzo. Lo status di zona bianca, infatti, si ottiene con un Rt (indice di contagio) non superiore a 0,5 e un tasso di incidenza di 50 casi alla settimana ogni 100mila abitanti. Chi riuscirà a raggiungere questo traguardo potrà dire addio alle restrizioni: rimarrà infatti solo l'obbligo di utilizzare la mascherina e di rispettare la distanza di sicurezza. Scomparirà anche il coprifuoco dalle 22 alle 5 e riapriranno tutte le attività a cominciare dalle scuole. E poi bar, ristoranti, cinema, teatri musei, centri commerciali, palestre, piscine e impianti sciistici saranno tutti aperti.
Chiuse palestre e piscine
Per lo sport bisognerà attendere. Le palestre dovrebbero rimanere chiuse a gennaio anche se in programma c'è un incontro tra il ministro Vincenzo Spadafora e il Cts del 12 gennaio per stabilire eventuali deroghe per le lezioni individuali. Un'ipotesi, quest'ultima, che tuttavia raccoglie pochi favori.
Impianti da sci fermi
Il 18 gennaio non riapriranno gli impianti da sci come era stato ipotizzato.
Musei aperti, cinema e teatri chiusi
Porte chiuse ancora per cinema e teatri. I musei invece potrebbero riaprire, ma soltanto nelle regioni gialle.
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