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Firenze, trova nel cassonetto una prima edizione de “Il Giorno della Civetta” con la dedica autografa di Sciascia

Ha trovato nel cassonetto giallo della carta la prima edizione de' "Il giorno della civetta" di Leonardo Sciascia con tanto di dedica autografata dello scrittore a un poeta siciliano che ha vissuto a Firenze. "Non sottovalutare mai il cassonetto della carta": comincia con questa raccomandazione il post su Facebook di Lorenzo Zambini, consigliere in quota Pd della Città metropolitana di Firenze, ex candidato a sindaco di Sesto Fiorentino (sconfitto al secondo turno). "Un paio di anni fa trovai una scatola, piena di libri abbandonati per terra vicino al cassonetto nella strada in cui abito a Firenze. All'interno, messi alla rinfusa, un po' di gialli, romanzi rosa e qualche vecchio volume, di questi ultimi ne presi qualcuno e li portai a casa".

Succede che poi i libri si impilano sugli scaffali e di qualcuno ce ne dimentichiamo. E' capitato così anche a lui, ma poi: "Ho letto del centenario della nascita di Leonardo Sciascia, lo scorso 8 gennaio – riprende Zambini – e per curiosità mi sono chiesto: vediamo un po' quali romanzi ho di questo scrittore. Mi era venuta voglia di rileggerne qualcuno e sono andato a vedere nella libreria. Ad un certo punto mi è venuto in mano "Il giorno della civetta" con alcune sottolineature e note a margine del testo a lapis e ho capito subito che non era un libro mio. Mi è tornata in mente la scatola lasciata accanto al cassonetto". Ha controllato: edito da Einaudi, pubblicato nel 1961, aveva un paesaggio di Guttuso in copertina: "C'era una sovracopertina in acetato, così sono andato a vedere e ho scoperto che era proprio una prima edizione". Ma le sorprese non finiscono lì: "In una delle prime pagine c'era anche una dedica scritta a penna: "A Peppino Zagarrio affettuosamente L. Sciascia" sono andato a controllare e la calligrafia è proprio quella dello scrittore siciliano. Zagarrio era un poeta e critico letterario agrigentino nato lo stesso anno di Sciascia, nel 1921. Nel 1949 Zagarrio si trasferisce a Firenze dove insegna italiano nei licei classici e ha uno studio proprio nella stessa via in cui adesso abito io. Il poeta muore nel 1994 e si vede che negli anni successivi qualcuno ha fatto pulizia nel suo studio… non saprei spiegarmi altrimenti".

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