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Elezioni senza sorpresa in Kazakhstan: vince il partito al potere. Centinaia di arresti

Nessuna sorpresa in Kazakhstan alle elezioni per rinnovare il Mazhilis, la Camera bassa del Parlamento. Il partito al potere Nur Otan, guidato dall'ex presidente ottantenne Nursultan Nazarbaev, si è aggiudicato il 71 percento dei voti seguito da Ak Zhol e dal Partito popolare (l'ex Partito comunista). Mentre le organizzazioni per i diritti umani denunciano decine di arresti ad Almaty, la più grande città del Paese, e nella capitale Nur-Sultan, ex Astana.

Nessuna elezione in Kazakhstan è mai stata riconosciuta come equa dagli osservatori occidentali. "Gli elettori non avevano alternative politiche autentiche tra cui scegliere", ha riferito l'Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), aggiungendo che la campagna elettorale "non è stata competitiva" e denunciando le "limitazioni di fatto sistemiche alle libertà fondamentali garantite dalla Costituzione", come "i limiti alla libertà di associazione, di riunione e di espressione".

"Due presidenti"

Si è trattato delle prime elezioni legislative da quando, nel marzo 2019, Nazarbaev ha annunciato a sorpresa le sue dimissioni dopo trent'anni al potere e ha ceduto il potere a Kassym-Jomart Tokaev, 67 anni. Nazarbaev tuttavia continua a controllare tutti i gangli del potere e conserva il titolo di Elbasi, padre della patria, nonché diverse posizioni chiave, a partire dalla presidenza del partito Nur Otan che conta 800mila membri in un Paese grande nove volte l'Italia ma che conta poco meno di 19 milioni di abitanti. Tokaev aveva promesso riforme politiche graduali ma poco è cambiato nell'ex Repubblica sovietica.

I partiti in corsa

Mai entrato in Parlamento nelle tre elezioni precedenti, il Partito nazionale socialdemocratico (Nsdp) – che sostiene di essere all'opposizione, nonostante alcuni mettano in dubbio questa posizione – lo scorso novembre aveva annunciato che avrebbe boicottato il voto. A correre alle elezioni erano perciò rimasti solo cinque partiti: Nur-Otan (Patria radiosa) e altre quattro formazioni considerate succursali del potere: Adal (Onesto), Auyl (Villaggio), Ak Zhol (Sentiero Luminoso) e il Partito popolare (l'ex Partito popolare comunista).

Nelle fila di Nur-Otan era candidata anche la figlia di Nazarbaev, Dariga Nazarbaeva, che l'anno scorso era stata rimossa dalla carica di presidente del Senato: episodio che aveva fatto pensare a una lotta politica tra Tokaev e il suo predecessore.

Le manifestazioni e gli arresti

Centinaia di persone sono scese in piazza ad Almaty, nella capitale Nur-Sultan, così ribattezzata in onore dell'ex presidente, e in varie città del Paese per manifestare contro quelle che reputavano elezioni farsa. Molti dimostranti sono stati arrestati e, alcuni, rilasciati in serata. Secondo i dati raccolti finora da Fidu (Federazione italiana diritti umani) insieme a Open Dialogue Foundation, Freedom Kazakhstan Foundation grazie ai loro osservatori indipendenti sul territorio, 98 persone sono state arrestate in nove città: Nur-Sultan, Almaty, Aktobe, Semey, Aktau, Arkalyk, Shymkent, Kyzylorda, Uralsk. Ma secondo denunce degli attivisti ancora da confermare, il numero potrebbe salire a 175.

"A Nur-Sultan, cittadini pacifici sono stati arbitrariamente detenuti dalla polizia per oltre 12 ore senza cibo, acqua, né la possibilità di chiamare un avvocato o i familiari", riferiscono le ong che denunciano anche casi di multe amministrative, osservatori non ammessi ai seggi, elettori a cui è stato impedito di votare, attivisti sotto sorveglianza e altri casi di persecuzione. Come l'aggressione subita dalla giornalista Sanija Toiken di Azattyq o il caso di Sultanov Abaibek, convocato come presunto testimone in un processo penale.

Tra i detenuti ad Almaty anche Rakilja Beknazarova che, insieme a un collettivo di donne, aveva rasato i capelli per denunciare le violazioni dei diritti umani. È stata rilasciata dopo nove ore di fermo

Kazakhstan, la protesta delle donne: si rasano i capelli contro la repressione

Nello Stato modellato dall'autoritarismo sin dalla sua indipendenza nel 1991, rimangono poche voci critiche per esprimere il malcontento: Oyan Kazakhstan (Sveglia, Kazakhstan!) e Scelta Democratica, il movimento fondato dall'ex banchiere accusato di sottrazione di fondi Mukhtar Abljazov poi fuggito dal Paese e condannato all'ergastolo in contumacia. Nel maggio 2013 la moglie Shalabaeva e la figlia erano state estradate in Kazakhstan dal ministero degli Interni italiano guidato allora da Angiolino Alfano, provocando un incidente diplomatico.

La prima recessione in vent'anni

Ricco di risorse minerarie e di idrocarburi, il Kazakhstan è uno dei Paesi più prosperi nell'Asia centrale e ha buoni rapporti sia con l'Occidente sia con Russia e Cina. Tuttavia, secondo la Banca mondiale, il Pil del Paese nel 2020 dovrebbe essere diminuito del 2,5 percento a causa della crisi del coronavirus. Per il Paese sarebbe la prima recessione in vent'anni.

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