Due giorni. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha 48 ore per tentare di salvare il governo o, più probabilmente, per dimettersi dopo l'approvazione del Recovery plan al Cdm. Dimissioni che segnerebbero la fine del Conte-bis e l'inizio di una crisi pilotata che porterebbe alla nascita del Conte-ter. Ma procediamo con ordine.
Oggi i ministri dell'Economia dello Sviluppo economico, Roberto Gualtieri e Giuseppe Provenzano, invieranno a tutti i partiti il Recovery plan, un documento di 150 pagine modificato in base alle richieste degli alleati di maggioranza, in primis Pd e Italia Viva. Ma proprio il leader di Iv, Matteo Renzi, continua a battere i pugni e a chiedere a gran voce un'intesa sul Mes (il fondo Salva-stati che prevede l'utilizzo di 37 miliardi di euro per le spese della sanità sostenute durante l'emergenza coronavirus) e un accordo sui Servizi. E anche questa mattina, in un'intervista radiofonica, ribadisce quanto già affermato ieri a Repubblica. "Noi – sostiene Renzi a Rtl 102.5 – siamo il Paese che investe sulla sanità la metà della Germania, quindi forse vale la pena prendere i soldi del Mes come chiedono tutti. Il problema -prosegue – è che il Recovery ancora non è stato presentato, quindi sono d'accordo con il premier che dice di fare presto e a lui dico di correre: facciamo il decreto Ristori 5 che aspettiamo da troppo tempo, c'è bisogno di correre" perchè, avverte il leader di Iv, "non ne posso più di perdere tempo".
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Molti dei nodi saranno sciolti già da domani, quando sarà convocato il Consiglio dei ministri che dovrà, appunto, votare il recovery plan. Resterà da vedere se le ministre renziane, Teresa Bellanova e Elena Bonetti, si dimetterano aprendo così la crisi.
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Il piano di Conte: crisi pilotata
Il premier ha già in mente il suo piano. Dopo la ratifica e l'approvazione da parte del Cdm del Recovery plan, mercoledì 13 gennaio Conte dovrebbe salire al Colle per rassegnare al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, le sue dimissioni. Si aprirebbe così una crisi pilotata e il premier, appoggiato dalla maggioranza, potrebbe ottenere l'incarico di formare un nuovo governo, il Conte-ter appunto, che dovrebbe concretizzarsi nel giro di 10 giorni. Di fatto, una sorta di rimpasto, con la sostituzione di alcuni ministri.
Renzi: "Il Colle è arbitro, non va tirato per la giacca"
Proprio rispetto all'ipotesi di una crisi pilotata, Renzi a Rtl 102.5 aggiunge: "ll presidente della Repubblica ha detto parole che tutti noi condividiamo, ma suggerisco di non tirarlo per la giacchetta. È un arbitro, non si mette a dire a un dirigente politico 'fai questo o quest'altro' ". Sul Recovery ribadisce che prima di qualsiasi considerazione vuole vedere "i documenti" e poi attacca Lega e 5 Stelle sul Mes. "Salvini e Grillo -dice – non vogliono il Mes perché ce l'hanno con l'Ue".
Interviene sulla situazione del governo anche il presidente di Italia Viva, Ettore Rosato. "I problemi non stanno tanto in Conte, ma sul fatto che questo governo si sta caratterizzando da mesi per l'immobilismo", dice il reniano a L'aria che tira. "Non e' all'ordine del giorno l'organigramma del prossimo governo – garantisce Rosato – Ma questo è il governo dell'immobilismo, il Paese ha invece bisogno di correre sulle soluzioni da mettere in campo. La nostra pregiudiziale non è su Conte, ma sulle cose da fare".
Orlando (Pd): "Ancora nessun accordo sul Recovery"
"L'accordo sul Recovery in generale non lo darei per fatto, ci sono molte questioni aperte", avverte il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, intervistato dalla trasmissione Agorà su Rai3. "Siamo contenti che sul Recovery sia passata la nostra linea. Non è una questione di questo governo e di questa maggioranza – osserva – è fondamentale che si metta in sicurezza e che non si intralci il percorso per portarlo in Parlamento".
Riguardo alla situazione del governo il dem sottolinea: "Non crediamo si possa andare fuori da questa maggioranza e crediamo che in questa maggioranza il punto di equilibrio sia Conte". Quindi, per Orlando "se si va oltre Conte si va anche oltre questa maggioranza e noi con Salvini e Meloni…". Una frase che lascia intendere che nessuna alleanza con il centrodestra o governo di larghe intese è possibile. "Non possiamo – aggiunge – fare accordi per gestire i fondi con persone che sono antieuropee e non possiamo fare accordi per gestire la lotta alla pandemia con persone che sono seminegazioniste".
Leu: "Nessuno pienamente soddisfatto. Ma Iv irresponsabile"
A parlare del Recovery plan e delle modifiche alla prima bozza, il portavoce di Leu, Stefano Fassina, dice: "Si erano accumulati problemi veri. Grazie al contributo di tutti i gruppi di maggioranza, le correzioni sono state definite e condivise. Ovviamente, in una maggioranza così eterogenea, nessuno può essere soddisfatto al 100%". Poi, sempre parlando alla trasmissione di La7 Omnibus, osserva: "Tuttavia da giorni rimane un comportamento strumentale ed autoreferenziale di Italia Viva. È irresponsabile nei confronti di una nazione in sofferenza, con uno sconstamento di bilancio da autorizzare e un decreto Ristori urgente da fare che può essere approvato soltanto da un governo in carica e pienamente legittimato". Quindi, Fassina conclude: "Non vi sono alternative all'attuale maggioranza e al premier Conte nella legislatura in corso".
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