Traditi dal cashback. Così si sentono molti consumatori in queste ore, nel controllare sull’app IO il bilancio dei rimborsi in arrivo: scoprono che alcune transazioni non sono state conteggiate, infatti. Significa perdere il rimborso del 10 per cento su quel pagamento. È capitato anche a utenti esperti di digitale, che hanno riportato i problemi su diversi siti, social network e a Repubblica.
Se ne lamenta anche l’associazione dei consumatori Consumerismo, in una nota di denuncia: “raffica di segnalazioni in tutta Italia da parte di consumatori che sono stati esclusi dall’Extra Cashback di Natale a causa di transazioni che, inspiegabilmente, non sono state registrate dall’App IO”, si legge.
La beffa è grave in particolare per chi, a causa del problema, non è riuscito a raggiungere la quota minima di dieci transazioni e che quindi ha perso del tutto le decine di euro di cashback a cui avrebbe diritto. È il caso di Mila Fiordalisi, direttrice della rivista specializzata in digitale Corcom, a quanto riferisce.
PagoPa Spa, la società pubblica che gestisce l’operazione cashback, sta indagando sui casi, fa sapere a Repubblica, ma ipotizza già una prima spiegazione Le cause del problema sono molteplici. Prima di tutto, alcuni utenti sono certi incappati in note eccezioni del cashback, già riportate sui giornali. Ad esempio hanno pagato con il cellulare, tramite Google Pay, Samsung Pay, Apple Pay o altri sistemi, che però non sono ancora supportati. Lo saranno nei prossimi giorni, con la nuova versione di App Io. Oppure hanno fatto pagamenti con contactless e il Pos ha utilizzato, in automatico, un secondo circuito associato alla carta (tipicamente Maestro) e non ancora registrato al cashback.
Gli utenti esperti sanno però di queste eccezioni, ma alcuni di loro hanno subito comunque la perdita del rimborso.
PagoPa ipotizza che questi utenti abbiano pagato presso un esercente dotato di strumenti di pagamento non abilitati al cashback. In particolare, sono strumenti di società “acquirer” che non hanno ancora aderito a PagoPa (perlopiù estere). La società riferisce che ad oggi aderisce il 90% del mercato e la copertura sarà totale nei prossimi mesi. Purtroppo la convenzione a PagoPa è volontaria.
Il problema più grave è che agli utenti non è dato di sapere se stanno usando un esercente abilitato. L’app IO suggerisce, nell’informativa, di chiedere all’esercente, ma è improbabile che anche questi lo sappia. Un utente espertopotrebbe chiedergli il nome dell’acquirer e poi verificare sul sito dell’app io se risulta tra i convenzionati
In molti casi però anche questa strada è impraticabile, perché – come confermano da PagoPa – la grande distribuzione tende a usare acquirer diversi e li cambia a seconda del giorno o dello strumento di pagamento. Ecco perché alcuni pagamenti, nello stesso negozio, sono stati riconosciuti con certe carte e con altre no (tutte regolarmente iscritte al cashback): questo è quanto capitato a Fiordalisi, ma anche ad un professore ordinario di Ingegneria Informatica, a quanto riferisce a Repubblica.
Ma potrebbe anche capitare, per lo stesso motivo, che in certi giorni la stessa carta è accettata per il rimborso e in altri giorni no.
L’auspicio è che nei prossimi tempi i negozianti si attrezzino per pubblicare informative nei punti vendita, per spiegare ai consumatori se il cashback funziona. Sarà complicato, comunque, nei casi in cui il funzionamento cambia a seconda dei giorni e delle carte usate. Insomma, anche se l’utente studia tutto, sa tutto, rischia comunque di perdere il rimborso, inconsapevolmente. E la misura così finisce per discriminare chi abita vicino a supermercati non aderenti (in tutto o in parte) al cashback.
Dato che la convenzione, come detto, è volontaria non è assicurato che il problema si risolverà e comunque non nel breve periodo (“prossimi mesi”). Anche l’attuale periodo di cashback, gennaio-giugno, rischia quindi di essere inficiato, dopo i disservizi sperimentati a dicembre. Quella però era stata dichiarata fase “sperimentale” della misura, come si leggeva nel relativo decreto; da gennaio invece c’è il cashback “ufficiale”. Quello che dovrebbe funzionare senza problemi, in teoria.
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