No, non è Amsterdam. Ma sembra che sia nata qui, l’immagine delle donne in vetrina. In vico Carabaghe, il caruggio che corre su, stretto e buio, fino a spuntare davanti alle torri di Porta Soprana. "Il corridoio della perdizione a pochi spiccioli", narra la voce di questo tour virtuale Vietato ai minori, realizzato dal Circolo culturale Fondazione Amon, in collaborazione con l’associazione culturale L’Amour Burlesque, compagnia teatrale la Pinguicola, e Compagnia Shams: una passeggiata per voce, immagini e Google maps attraverso gli angoli bui di un centro storico che non esiste più.
Da piazza Fontane Marose, la storia del meretricio conduce a via Garibaldi passando per vicoletti nascosti, da vico Lavezzi a vico dei Ragazzi, e poi piazza Soziglia, piazza Senarega, via San Luca: un percorso gratuito per immagini e narrazioni sulla piattaforma Izi.Travel ( izi. travel/ browse/ c17eecee- 80ff-47e2-b e73-12e9a13ac00b/it). Gli audio sono recitati dai narratori Sophie Lamour, Marco Alex Pepè, Graziella Martinoli e Lucia Vita, le fotografie di Daruma Photo ritraggono le ragazze della Compagnia L’Amour Burlesque, nel video diretto da Carmelo Marino.
Così si viene a scoprire che la prostituzione, a Genova, era già regolamentata e addirittura tassata fin dal 1418: la Repubblica, infatti, aveva fissato una gabella sui proventi da questa attività. E allestito un intero quartiere delimitato dai cancelli. Chiusi, tranne il sabato e la domenica, che dal colle Albano, la collinetta di Castelletto, si estendeva fino a piazza Fontane Marose. Le prostitute non potevano arrivare ai moli, versavano cinque soldi al giorno per poter esercitare la professione e avevano una sorta di tessera sanitaria, visto che, se si ammalavano, venivano curate.
Nel 1550 la città cambia, l’area di via Garibaldi si trasforma e diventa la quinta teatrale dei palazzi di Strada nuova, la via Aurea. Ma l’attività non fa che spostarsi: nella sottostante via della Maddalena. Durante il percorso si sosterà in vico Carabaghe, " il corridoio della perdizione a pochi spiccioli", proprio alle spalle della banca d’Italia, dove le donne erano in vetrina nel vicolo, sedute su sedie di legno mentre fumavano sigarette di contrabbando. Le chiamavano le solitarie di Carabaghe, perché ognuna lavorava per sé. E quando arrivava il cliente, gli faceva strada all’interno della sua cella, così si chiamava il basso, la stanza dove viveva. Proprio di fronte, le solitarie di Carabaghe avevano il Castagna, in vico Castagna 4, oggi conosciuto per la celebre cioccolateria Viganotti. Questa era la casa chiusa dedicata agli studenti, non lontano da uno dei licei classici più blasonati della città. Le donne del Castagna — si narra — erano materne e accondiscendenti: acqua e sapone, senza orpelli. I ragazzi dedicavano loro poesie e canzoni. E leggenda vuole che proprio qui un famoso cantautore scrisse del suo amore sotto un soffitto viola.
Commenti recenti