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Altà velocità, banda larga, scuole: ecco come cambia il Recovery Fund

ROMA – Recovery plan ad un passo dal traguardo: gli ultimi ritocchi potenziano le risorse per alta velocità, banda larga, cablaggio delle scuole e case di comunità. Nella tarda serata di oggi il ministro dell’Economia Gualtieri ha spedito a Palazzo Chigi le 171 pagine del piano italiano per accedere ai finanziamenti europei anti-pandemia e per la ripartenza previsti dal Next Generation Eu. Domani, martedì 12, il documento passerà all’approvazione del Consiglio dei ministri e dunque sarà spedito in Parlamento per poi approdare a Bruxelles per fare compagnia ai piani di Francia, Spagna, Portogallo, Grecia e Germania già arrivati.

Il Recovery plan è stato uno dei punti sul quale si è incentrata la contestazione renziana durante la verifica di governo. Già la passata settimana il ministro dell’Economia Gualtieri aveva presentato una penultima bozza dove era riuscito a trovare, grazie alla collaborazione del ministro Provenzano (Sud), le risorse del “vecchio” Fondo di sviluppo e coesione, circa 20 miliardi, e a recuperare quelle del fondo React Eu (13 miliardi del fondo già nel perimetro del NextGe Eu ma non completamente utilizzato). In tutto 33 miliardi in più che hanno fatto salire la “torta” a 222,9 miliardi netti e hanno contribuito a sedare il clima nella maggioranza. Inoltre è stata fatta una rimodulazione interna che ha limato i fondi per i digitale e il green pur lasciandoli in termini assoluti e in cifra percentuale all’interno delle griglie chieste dalla Commissione europea.

L’ultima operazione del Tesoro è stata quella di distribuire i 20 miliardi del Fondo di sviluppo e coesione tra le varie voci al fine di rafforzarle. Il “vecchio” fondo finanzierà in parte la banda larga, il piano per i piccoli borghi, il trasporto pubblico locale, gli asili nido, il cablaggio delle scuole, le infrastrutture, le infrastrutture sociali e le case di comunità.

Sotto il profilo contabile, tutti i 68,9 miliardi di grants sono assegnati per interventi addizionali. In coerenza con gli obiettivi della Nadef, fra i loans 53,5 miliardi sono destinati a interventi addizionali, mentre i restanti 87,5 miliardi di loans coprono sul piano finanziario i profili di indebitamento già scontati sui tendenziali di finanza pubblica. Tra questi, anche una quota di risorse anticipate del Fondo di sviluppo e coesione che, sotto il profilo della policy, sono invece destinate a nuovi progetti, in misura addizionale e vincolata al Mezzogiorno.

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