Saranno denunciati per non aver rispettato l’ordinanza prefettizia che vieta il passaggio sui sentieri di Giaglione e Chiomonte, intorno al cantiere Tav ma rischiano anche di essere tutti multati per aver creato un assembramento non permesso dalle norme anticovid che non autorizzano le manifestazioni di protesta che si svolgono in corteo.
La Digos di Torino ha identificato 44 dei manifestanti che questo pomeriggio sono partiti da Giaglione con l’obiettivo di raggiungere il presidio dei Mulini, nell’area dove stanno terminando i lavori dell’ultimo ampliamento del cantiere. Molti sono esponenti del centro sociale Askatasuna a cui gli investigatori attribuiscono anche la regia dei disordini che si sono registrati tra i boschi. Oltre un centinaio di persone, infatti, ha cercato di raggiungere il cantiere passando dal sentiero gallo-romano e da un altro sentiero più a monte. Sono state lanciate pietre e una ventina di bombe carta in direzione delle forze dell’ordine mentre alcuni manifestanti hanno cercato di forzare con i flessibili il cancello che impedisce il passaggio sul sentiero gallo romano. Le forze dell’ordine hanno risposto con il lancio di lacrimogeni.
“I No Tav come al solito si sono trovati il sentiero Gallo romano sbarrato dal cancello per impedire il passaggio – spiega il movimento sui social – Per inaugurare l’anno i No Tav hanno provato ad aprire un varco nel cancello tra cori e battiture, con la pronta risposta di un fitto lancio di lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine. Ma la natura è No Tav ed è dalla nostra parte e la neve lì ha spenti tutti”, dicono i manifestanti.
La decisione di partire alla volta del cantiere è arrivata questo pomeriggio dopo l’assemblea No Tav che – si legge sulla pagina facebook di notav.info – ha deciso di mettersi in cammino verso i Mulini per raggiungere chi da molti giorni, nonostante l’ulteriore allargamento del cantiere di Chiomonte, ha monitorato e presidiato con coraggio e determinazione la Val Clarea”.
Undici dei manifestanti identificati hanno violato il foglio di via che gli impediva di presentarsi nei comuni di Giaglione o Chiomonte. Le indagini della Digos proseguono per identificare i responsabili dei lanci di pietre e delle bombe carta che rischiano una denuncia per violenza a pubblico ufficiale.
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