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Scuola, domani le superiori riaprono a metà solo in 3 Regioni, Proteste di studenti e prof

Per l'Italia sarà un ritorno in classe a macchia di leopardo, con gran parte delle regioni che hanno deciso di affidarsi, per quanto riguarda le superiori, ancora alla didattica a distanza ed altre, appena tre, pronte ad accogliere gli studenti delle superiori già da domani, 11 gennaio. Ancora pronti alla protesta studenti e prof, mentre la Cisl ha invitato il governo a pianificare al più presto un piano vaccinale per il personale della scuola, in modo da poter rientrare tutti il prima possibile.

In sostanza domani i portoni delle scuole secondarie di secondo grado si apriranno soltanto in Valle d'Aosta, Toscana e Abruzzo, ma sempre al 50%. Tre oasi perché il trend generale tra i governatori resta quello di mantenere chiusi gli istituti preferendo, per il momento, continuare la Dad. E così ieri anche la Basilicata, ultima in ordine di tempo, ha deciso di sospendere le lezioni in presenza almeno fino al primo di febbraio, così come precedentemente avevano fatto Friuli Venezia Giulia, Marche, Sardegna, Veneto, Calabria e Sicilia. Didattica a distanza fino al 18 gennaio, invece, in Lazio, Liguria, Molise, Piemonte e Puglia. Per ora. Una settimana dopo, il 25 gennaio, potrebbero tornare in classe gli studenti di Campania, Emilia-Romagna, Lombardia e Umbria. Eccezione nell'eccesione il Trantino Alto Adige dove già dal 7 gennaio tutti gli alunni dalle materne alle superiori sono rientrati in classe.

Per il resto tutto, però, dipenderà dai dati epidemiologici e dai monitoraggi che seguiranno nelle prossime settimane, e dai risultati dell'annunciata nuova stretta del governo che prevederebbe zone rosse automatiche se l'incidenza settimanale dei casi fosse superiore a 250 ogni 100mila abitanti.

E contro la Dad, ma soprattutto contro le (mancate) scelte che non hanno consentito ai ragazzi e ai loro docenti di rientrare in sicurezza in aula, a Roma la protesta si sposterà in piazza. Dalle 9 si terranno una serie di lezioni en plein air davanti a istituti superiori chiusi. La Rete degli studenti medi farà un presidio simbolico davanti alla Prefettura. Poi ci saranno lezioni dei Giuristi Democratici al Brancaleone, una davanti al liceo Albertelli e un'assemblea sulla scuola del collettivo Plinio a Villa Torlonia. Davanti al liceo Cavour lezione con il direttore de L'Espresso, Marco Damilano.

I rappresentanti d’istituto e consulta di Roma e Provincia, invece, fanno sapere che "in maniera autonoma rispetto a sindacati studenteschi e movimenti politici, dalle 10 alle 13, manifesteranno in sit-in in piazza del Campidoglio contro l’inefficienza dei mezzi pubblici della Città Metropolitana di Roma, criticità principale che non permette agli studenti un rientro in sicurezza nelle proprie scuole".

A Milano e a Torino, l'Unione degli studenti ha organizzato, insieme al movimento Priorità alla scuola, dei presidi sotto alle sedi delle rispettive Regioni. Ma ci saranno proteste diffuse un po' in tutta Italia per lanciare una nuova campagna sulla scuola pubblica, al di là delle problematiche legate al rientro o meno in classe.

Provocazione a Bari del dirigente dell'istituto compresico Eleonora Duse, il professor Gerardo Marchitelli. "Nell'ultima apertura del fine settimana – scrive su Facebook – al centro commerciale di Santa Caterina, in un'ora, ho contato 200 ragazzi in età scolare da 0 a 14 anni. Ho intenzione di chiedere al responsabile del centro se mi autorizza ad aprire delle classi nell'area supermercato o negli spaziosi corridoi".

Questa dice non è Dad, ma Das, la didattica a scelta. "Non capirò mai la differenza tra un centro commerciale e la scuola – continua Marchitelli – o meglio la comprendo, ma cerchiamo di essere onesti. Per l'economia bisogna circolare, per l'istruzione si può anche stare a casa, non c'è guadagno. Sono arrabbiato – conclude il dirigente – voglio il ristoro formativo anche per i bambini che non hanno potuto usufruire di un idoneo apprendimento".

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