C’è da conquistare il cuore della regina Bianca di Navarra e i due contendenti si sfidano senza esclusione di colpi. Si ispira a un fatto storico realmente avvenuto il “Mastro di campo”, pantomima che si celebra ogni anno a Mezzojuso per Carnevale. La storia ricorda che fu Bernardo Cabrera a insidiare la regina, ma senza successo. Nella pantomima, un tempo diffusa a Palermo con una trama diversa, si sfidano in piazza il Mastro di campo e il re con centinaia di personaggi in abiti quattrocenteschi che si schierano per l’uno o per l’altro contendente in un’atmosfera surreale che rievoca antiche tradizioni rurali siciliane, ma in cui il finale si capovolge con il mastro di campo che si fa beffe del re e della sua corte.
Il tema è trattato nel nuovo libro “ Fòrio Fòrio Fòrio – Figure e storie del Mastro di campo” scritto da Lillo Pennacchio e Nicola Figlia ed edito da Kalós. Un libro che è un atto d’amore per una festa che coinvolge un intero paese ma è soprattutto una testimonianza per le future generazioni. È scritto da due testimoni diretti della pantomima, preceduto da una prefazione dell’attore e regista Marco Baliani. Gli autori, temono che la festa possa diventare altro da quella che è stata, così hanno messo insieme i ricordi della fanciullezza e quelli della maturità.
« Arrivare a Mezzojuso durante la mattinata dell’ultima domenica di Carnevale – scrive Pennacchio – è come entrare in uno di quei quadri di Bruegel il Vecchio così brulicanti di azioni che non si finisce mai di scoprirne. Come i piccoli de I giochi di bambini, i mezzojusari si trovano quasi tutti coinvolti e seriamente intenti alla preparazione di quel gioco collettivo che è il Mastro di Campo».
“Fòrio fòrio fòrio”, è il grido lanciato dal Forfòrio, la banda di briganti che spinge la gente in piazza durante il corteo con il re e la regina. E Garibaldi, cosa c’entra l’eroe dei due mondi? « Sull’onda dell’entusiasmo per l’epopea dei Mille – scrivono gli autori – il generale fu chiamato in causa dalla popolazione per combattere al fianco dell’eroe carnevalesco di Mezzojuso. C’è rimasto». Il libro è arricchito dai coloriti acquerelli di Nicola Figlia che ci restituiscono l’atmosfera di festa.
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