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Come cambia Whatsapp: privacy e regole, ecco cosa succede per gli utenti

Anche agli utenti italiani stanno arrivando le notifiche sulle nuove regole d'uso di WhatsApp. La novità è che dall'8 febbraio chi non le accetta non potrà più usare la popolare app di messaggistica. Dal 4 gennaio sono infatti cambiati sia i termini di servizio che le politiche sulla privacy di WhatsApp. Motivo? Garantire una sempre maggiore integrazione del servizio di messaggistica istantanea con la casa madre: Facebook.

Non si tratta di una banalità e non solo per le dimensioni di un mercato che ormai conta quasi 3 miliardi di utenti. In realtà questa notifica cambia tutto. Il motivo è facile da capire: nonostante le rassicurazioni date il giorno in cui Facebook comprò WhatsApp nel 2014, se non si accetteranno queste condizioni (non negoziabili) dall'8 febbraio non si potrà più usare il servizio. È scritto chiare lettere nella notifica, dove sono due gli aggiornamenti evidenziati: la modalità di trattamento dei dati e come le aziende possono utilizzare i servizi disponibili su Facebook per conservare e gestire le proprie chat su WhatsApp.

Le nuove regole all'apparenza non sono molto diverse da quelle precedenti però sono molto più dettagliate. Mentre è pacifico che ogni servizio del genere si scambi informazioni collaborando con partner e fornitori esterni, anche WhatsApp offre a clienti e affiliati "informazioni su ordini, transazioni e appuntamenti, notifiche su consegne e spedizioni, aggiornamenti su prodotti e servizi e marketing" che vengono condivisi con "servizi specifici ad aziende e ad altre organizzazioni". In aggiunta è scritto sul sito di WhatsApp che "per gestire i nostri Servizi globali, dobbiamo memorizzare e distribuire contenuti e informazioni nei nostri data center e sistemi di tutto il mondo, anche al di fuori dei Paesi di residenza dell'utente e di proprietà dei nostri fornitori di servizi, comprese le società affiliate, o gestita da essi".

E questo è il punto critico. Mentre non cambia nulla nelle modalità di registrazione al servizio, (possibile dai 16 anni in Europa), nella gestione della rubrica e nei costi, il cambiamento nell'offerta di questi servizi riguarda il fatto che si sono moltiplicate le aziende con cui WhatsApp scambia dati e informazioni.

WhatsApp lo dice esplicitamente: d'ora in avanti tutti i dati e le informazioni prodotte dalle interazioni degli utenti, comprese quelle raccolte automaticamente potranno essere usate da Facebook e dalle sue aziende. Sono molte, globali e popolari come Instagram, Boomerang, Messenger, Thread, compresi i negozi Facebook e le aziende che gestiscono i diritti di Oculus, il visore e gli apparati per la Realtà virtuale, il business del futuro.

WhatsApp, ecco i messaggi a scomparsa: dureranno solo una settimana

di

Simone Cosimi


Insomma per scambiarsi gratuitamente gli auguri del prossimo Capodanno sarà obbligatorio cedere numerose informazioni personali per molteplici servizi di tipo commerciale. A cominciare dalla nuova funzione del "carrello" dove caricare gli acquisti e che dovrebbe comparire vicino all'icona per fare le telefonate. Ma i dati che possono essere condivisi tra WhatsApp, Facebook e le altre aziende del gruppo non sono solo il numero di telefono e i contatti, il nome e l'immagine dei gruppi, ma anche i cosiddetti metadati, cioè la durata e la frequenza delle interazioni che abbiamo come singoli utenti e aziende, compresi i dati sulle transazioni, e tutte le informazioni sui dispositivi usati per farlo, incluso l'indirizzo Ip e la posizione nella rete. Il rischio è che la nostra attività online sia sempre meno riservata.

La motivazione ufficiale rimane quella di migliorare l'infrastruttura e i sistemi di consegna, garantire protezione, sicurezza e integrità dei prodotti delle aziende di Facebook per prevenire abusi e violazioni, migliorare i servizi e l'esperienza utente, eccetera, ma a pensarci bene il nocciolo della questione è quello di comprendere come vengono usati i servizi delle aziende di Facebook, per offrirci quello che siamo più propensi a desiderare, e acquistarlo sulla base della profilazione dettagliata delle attività del nostro account.

In serata, sul sito dell'Ansa, è arrivata una precisazione della società: "Non ci sono modifiche alle modalità di condivisione dei dati di WhatsApp nella Regione europea, incluso il Regno Unito, derivanti dall'aggiornamento dei Termini di servizio e dall'Informativa sulla privacy – spiega un portavoce di WhatsApp – Non condividiamo i dati degli utenti dell'area europea con Facebook allo scopo di consentire a Facebook di utilizzare tali dati per migliorare i propri prodotti o le proprie pubblicità".

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