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Se la peste colpisce l’Appennino

C’è un paese tra le montagne, vicino al fiume. Un paese del centro Italia: nascosto sugli Appennini, spopolato, abitato da molti anziani, i giovani che tornano nelle case dei genitori e dei nonni solo per le vacanze estive, l’inverno freddo, le sere lunghissime e torpide davanti alla televisione. Ma Vallescura non è un paese come gli altri: un terremoto l’ha scosso dalle fondamenta, portandosi via una parte dei suoi abitanti. E ora il fato l’ha scelto per far accadere l’impensabile: l’epidemia d’un morbo che si credeva sparito per sempre e invece trasforma il borgo in un’enclave di sofferenza, sospetto, malattia, morte. È in questo borgo inventato, che dolorosamente però ha tutte le coordinate del reale — l’unica trattoria del paese, i tinelli con le poltrone coperte dai centrini di pizzo, il cibo pesante delle sagre — che Loredana Lipperini ambienta la favola scura del suo La notte si avvicina (Bompiani).

Conduttrice radiofonica, blogger, autrice per la radio e la tv, saggista capace di indagare e fotografare le evoluzioni della condizione femminile (cui ha dedicato, tra gli altri, Ancora dalla parte delle bambine e Non è un paese per vecchie), si è concentrata sulla letteratura prima sotto pseudonimo, firmando come Lara Manni alcune storie gotiche e poi, col suo nome, il romanzo L’arrivo di Saturno e i racconti di Magia Nera.

In questo La notte si avvicina precipitano tutti gli elementi sui quali nel corso degli anni ha affinato lo sguardo, in un modo che sorprende e inquieta il lettore. Alla fine del volume Lipperini dichiara infatti d’averlo concepito fin dal 2016; è consapevole che «un romanzo che parla di una pandemia nell’anno di una pandemia può suscitare stupore, o il sospetto di volersi agganciare all’attualità. Nei fatti, se si escludono pochissimi interventi successivi, le scene di quarantena e le reazioni degli abitanti sono state tutte scritte negli anni precedenti».

E dunque, accostiamolo anche noi, per quanto possibile, staccandoci dal flusso sfibrante delle notizie sul coronavirus, affinché la narrazione possa fare il suo mestiere, scavarci dentro, tenerci svegli, approfondire o curare le ossessioni che abbiamo covato in questi mesi. Torniamo a Vallescura, che Lipperini ci racconta intessendo piani temporali e voci diverse, voci esclusivamente femminili che cantano ciò che è accaduto, ciascuna dal suo punto di vista, senza giudizio morale. Siamo nel 2008, l’anno della crisi economica, che qui implica solo un ulteriore ripiegamento su se stessi.

Tra i vicoli, nel bar, nel negozio degli alimentari, nella vecchia casa lungo il fiume dove nessuno voleva abitare ci capiterà di incontrare Saretta e Maria. Saretta ha sempre vissuto tra quelle montagne, è sgraziata, non bella, non ha mai avuto un amore: si considera la custode del paese e crede che l’unico modo per salvarlo dal ritorno di antiche sciagure — altri terremoti, altre malattie — sia tener fuori l’estraneo, l’Altro. Maria invece è l’Altro, la straniera che al paese è arrivata fuggendo dalla città, dal dolore di aver perso la sua famiglia: beve, lavora da casa “in remoto”, beve ancora.

Non c’è solidarietà a Vallescura, solo omertà: chi ci è nato sa soltanto tacere sui crimini che vi sono commessi, piccoli o grandi che siano, ma non è stato educato a curare la sofferenza altrui. Saretta condanna Maria fin dal primo giorno, e con lei i suoi compaesani. Finché un giorno, repentinamente, il paese si sveglia scosso dalla febbre. Nel caldo e nell’afa giovani e vecchi si coprono di macchie scure e bubboni, il respiro si fa corto, la vista si appanna, la gente muore. Un cordone di militari e polizia circonda la zona rossa, perché a Vallescura è tornata la peste. Ma come è potuto accadere?

Lipperini recupera le fonti, accenna alle pestilenze del passato che svuotarono l’Europa e ne cambiarono la storia, e mentre lo fa ci ricorda ciò che è avvenuto tra gli anni Novanta e i Duemila, gli eventi della cronaca che ricordiamo e quelli che abbiamo dimenticato. Ma soprattutto, attraverso le sue protagoniste, ci lascia di fronte all’ignoto: perché di fronte all’inspiegabile, valgono solo il bene e il male che abbiamo fatto. Al quale, più ancora che alla peste, non potremo fuggire.

Il libro
La notte si avvicina di Loredana Lipperini (Bompiani, pagg. 352, euro 18)

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